Riso e glutine : quello che i celiaci dovrebbero sapere
Il riso è uno dei cereali che rientra a pieno titolo nella dieta dei celiaci. Ciò perché è uno dei cereali che non contiene glutine e le cui caratteristiche collanti simil-glutiniche sono rese possibili da una forte presenza di amido che, a differenza del glutine, non crea intolleranze di alcun genere.
Contenuto di glutine nel riso
Gli alimenti gluten free possono contaminarsi?
Le patate sono amate o odiate?
Colazione a base di riso
Alimenti dove non c'è glutine
Bevande senza glutine
Cosa succede ad un celiaco se mangia glutine?
Contenuto di glutine nel riso
Il contenuto di glutine nel riso è pari a zero mentre, soprattutto nella versione integrale, il riso è ricco di fibre. Quindi se ti stai chiedendo quanto glutine contiene il riso sappi che la risposta è negativa. Il glutine invece potrebbe trovarsi nei condimenti ed è lì che devi stare attento a cosa aggiungi e anche con cosa lo mescoli. Dal punto di vista sia della salute che del sapore, invece, in genere il risotto è meglio freddo piuttosto che caldo.
Un’altra cosa da considerare è che ci sono alcune varietà di riso che sono assolutamente particolari per le loro caratteristiche alimentari e la digeribilità. Si tratta dei risi basmati, venere, integrale, rosso, soffiato e altri che sono particolarmente apprezzati dai celiaci proprio perché possono mangiarli senza problemi, a meno di non avere un’altra intolleranza diversa.
Non sempre chi soffre di glutine soffre anche di lattosio, anche se è possibile che si verifichi questa concomitanza. In che percentuale è difficile da stabilire perché in moltissimi casi i sintomi delle due malattie si assomigliano. Per questa ragione quando si verificano dei problemi post-prandiali bisogna innanzi tutto effettuare i test per la celiachia. Se questi risultano negativi e i sintomi alla fine dei pasti permangono, allora bisogna considerare molto seriamente anche la possibilità che esista un'allergia al lattosio o un'intolleranza ai lieviti.
Il riso è un alimento no glutine?
Il riso è un alimento privo di glutine e quindi rientra tra i cibi gluten free. Ciò non toglie che i timori che possano esserci comunque delle tracce, come è già successo per il mais, spinge tutti coloro che sono intolleranti ad atteggiamenti di estrema prudenza. Di fatto però né il riso né il mais hanno glutine, a meno che non vengano a contatto con alimenti e stoviglie che lo contengono. Rispetto al farro e al kamut, grano saraceno, quinoa, segale, avena, miglio, gli intolleranti al glutine possono assumere certamente il grano saraceno, la quinoa e il miglio. Invece il kamut, il farro, la segale e l’orzo rappresentano gli alimenti vietati ai celiaci.
Gli alimenti gluten free possono contaminarsi ?
Tutti gli alimenti che vengono a contatto con delle sostanze inquinanti possono contaminarsi. Spesso si è portati a credere che gli alimenti sani siano perfetti, ma non è così. Anzi, quando questi cibi vengono coltivati in campi non certificati, possono conservare tracce di veleni, anche se i prodotti sono apparentemente innocui. Come si evitano le contaminazioni fa parte del ruolo dell'HACCP. Ad essa, infatti, spetta certificare che le coltivazioni siano state cresciute in zone prive di veleni e che siano state stoccate in silos assolutamente non contaminati. Quindi, quando acquisti dei generi alimentari, controlla sempre che ci siano le certificazioni dell’HACCP.
Le patate sono amate o odiate
Nella dieta del celiaco le patate possono essere assunte senza patemi perché sono gluten free. Esse infatti rispettano ampiamente quanto stabilito dal regolamento che nel 2007. Questo, infatti, ha sancito il limite massimo di glutine che può essere reperito in un alimento, affinché non possa nuocere alla salute di chi è intollerante. Ma non è l’unica ragione che porta molti consumatori, che siano celiaci o no poco importa, ad amare questo alimento. Le patate, infatti, hanno un contenuto di calorie molto basso, pur essendo molto nutrienti e ricche di carboidrati, ma al connubio patate-colite c'è da fare attenzione.
Colazione a base di riso
Tra chi a colazione mangia riso ci sono molti sportivi, che preferiscono assumere calorie a lento rilascio prima di affrontare le sessioni di allenamento più intense. Poi ci sono gli amanti delle diete a tutti i costi, che mangiano in prevalenza riso perché questo alimento tende ad assorbire il gonfiore addominale e aiuta a dimagrire. E poi il riso è utilizzato a colazione in tutte le culture dove la coltivazione di questo cereale è particolarmente intensa. Infine iniziare la giornata con il riso può essere considerata, a tutti gli effetti, una corretta colazione gluten free.
Alimenti dove non c'è glutine
In commercio ci sono moltissimi alimenti che possono essere assunti dai celiaci perché sono senza glutine. Il latte senza glutine, ad esempio, oppure lo yogurt senza glutine. Ma trovi anche il cioccolato senza glutine, le gallette di riso senza glutine e tantissimi altri prodotti alimentari. Per saperlo ti basta controllare la confezione e cercare il marchio gluten free che ti garantisce l’assenza di questo componente tra i suoi elementi.
Bevande senza glutine
Anche nelle bevande ci può essere il glutine e un celiaco che dovesse berle starebbe certamente male. Per fortuna anche in questo caso ci sono delle bevande dove non c’è glutine, che si possono bere tranquillamente.
Cosa succede ad un celiaco se mangia glutine
Un celiaco che assume degli alimenti che contengono glutine ne risente immediatamente sul piano della salute. Le reazioni allergiche possono avere entità e gravità differenti, da un minimo di gonfiore addominale ad una crisi di malessere molto pesante. Che tolleranza si può avere dipende dalla situazione personale di ciascuno dei soggetti allergici. In realtà molti celiaci si accorgono di esserlo dopo molto tempo. In tantissimi casi, infatti, i vari sintomi della celiachia, come il gonfiore, il meteorismo, e le altre manifestazioni frequenti vengono attribuite ad altre cause e a volte, addirittura, non ci si accorge subito in tempo di essere celiaci. E succede sempre più spesso che a farcelo scoprire sia una crisi talmente grave, da dover essere seguita da una possibile corsa in ospedale.
Differenza tra forma lieve e grave
Le differenze tra una forma lieve di celiachia e una forma grave sono abbastanza cospicue. Quando la celiachia assume una forma lieve, tra l’altro, in molti casi diventa abbastanza difficile riconoscere la malattia. E poi i sintomi più frequenti, e cioè il calo di peso e le frequenti scariche diarroiche, sono comuni anche ad altre situazioni e ad altre patologie. Per questa ragione, soprattutto quando la celiachia si manifesta in forma lieve, riconoscerla è davvero complicato, vista che la nostra attenzione è tutta concentrata su come trattenere la diarrea e null'altro.
Ancora peggio quando le coliche addominali non sono seguite dalle scariche diarroiche e lasciano pensare che si tratti piuttosto di una colite cronica. E invece, in molti casi, è una forma atipica di celiachia, che può essere considerata lieve solo apparentemente. Ancora più difficile è scoprire la presenza della celiachia silente, che fa parte anch’essa delle forme gravi. Questo tipo di celiachia aggredisce comunque la mucosa intestinale e l’unica maniera per scoprirla è quella, alla fine, di rilevare i danni. Infine è grave anche la celiachia latente, priva o quasi di sintomi, che può essere scoperta solo grazie al test che verifica la positività agli anticorpi anti gliadina e anti endomisio. In pratica si calcola che, anche se molti non lo sanno, l’uno per cento della popolazione mondiale soffra di celiachia e che molte delle sue forme sono tendenzialmente letali.
In ambedue i casi la risposta dell'organismo a questa patologia è una reazione spropositata al glutine. Il sistema difensivo, infatti, lo individua come elemento estraneo pericoloso, e gli scatena contro tutte le risorse del sistema immunitario. Una reazione che finisce col provocare una infiammazione sempre più violenta dell’intestino tenue.
Infiammazione che, alla fine, provoca la distruzione dei villi intestinali. Gli anticorpi, frutto della reazione dell’organismo, infatti, aggrediscono proprio i villi intestinali, considerandoli un invasore da combattere. La ricerca, nell’intento di trovare le vere cause della celiachia, ha provato a dare la responsabilità al malfunzionamento di altri organi, tra cui la tiroide. Nel tentativo di scoprire se, nella celiachia, esistono correlazioni con la tiroide, ci si è accorti che una serie di effetti e realtà sono comuni, soprattutto i sintomi tipici. Infatti in ambedue e patologie si manifestano degli effetti sul fisico molto simili. Uno di questi è il gonfiore addominale.
Poi si riscontra anche una quantità spropositata di aria nella pancia e un costante mal di testa. E anche sul piano dell’umore ci sono dei sintomi uguali. Infatti sia la celiachia che le patologie tiroidee causano depressione, abbattimento dell’umore e facilità alle irritazioni. E, infine, sono presenti in ambedue i casi sia la stanchezza mentale che la spossatezza fisica. Alla luce di tutte queste correlazioni, quindi, sta cominciando a prendere piede la convinzione che la chiave, per superare ambedue le malattie, sia da cercare a livello di codice genetico.
I cereali giusti a colazione, pranzo e cena
I cereali fanno parte del settore alimentare che vanta il maggior numero di fibre. Per questa ragione un’alimentazione sana che abbia anche un occhio di riguardo nei confronti dell’intestino dovrebbe diventare un obiettivo di vita per tutti. Ma sono soprattutto quelli che accusano problemi e infiammazioni intestinali a doversi regolare a tavola, scegliendo con attenzione come cucinare e quali cereali mangiare per non appesantire l'intestino. Iniziamo, quindi, col descrivere la dieta cereali.
Dieta cereali
Dove si trovano
Differenza tra cereali integrali e interi
Elenco dei cereali
I cereali fanno ingrassare
Quali cereali comprare per non star male
Dieta cereali
Esistono moltissimi cereali che sono benefici per l’intestino infiammato. A seconda del tipo e del confezionamento puoi farne uso sia a colazione, che a pranzo e a cena. Alcuni, infatti, possono essere mangiati a colazione insieme al succo d’arancia o al tè. Avena o Orzo, ad esempio sono perfetti da mangiare al mattino. Con l’orzo, tra l’altro, puoi fare anche il decotto, che è meno eccitante e irritante del caffè. Poi ci sono le varie farine di grano duro, grano saraceno, il miglio, oppure il kamut, la quinoa, il bulgur.
Marche di cereali per colazioni
Quando acquisti i cereali integrali da consumare al mattino puoi scegliere anche delle barrette oppure le confezioni di cereali secchi da mettere nel latte o ne caffè d’orzo. Tra le marche commerciali più famose spiccano soprattutto i prodotti della Fitness o quelli tradizionali della Kellogg's, ma qui la qualità lascia a desiderare, anche per l'alto contenuto di zuccheri aggiunti.
Se vuoi cereali integrali a colazione ti consiglio di dirottare la tua scelta verso un negozio Bio, in seconda scelta la linea bio della Coop o alcuni prodotti della Misura potrebbero andare bene, soprattutto se hai la necessità di ridurre l’apporto calorico alla tua dieta, perché magari sei un po’ sovrappeso oppure sei obbligato a assumere un numero preciso di calorie per ragioni di allenamento o di sport, soprattutto al mattino.
Pane ai cereali
Il pane ai 5 cereali è un alimento indicato per chi soffre di infiammazione intestinale solo se non si trova in una condizione "acuta". Le sue calorie, rispetto al pane tradizionale sono 279 kcal ogni 100 grammi. E, per fare colazione, anche i cereali soffiati vanno bene.
Cornetti ai cereali sono così magri?
I cornetti ai cereali sono più magri ma solo se vengono cotti senza grassi. Purtroppo è quasi impossibile non usare i grassi, fossero pure quelli vegetali, ed è proprio questo l’ingrediente che li rende pesanti.
Latte vegetale e cereali
Il latte vegetale (riso, farro, avena..) con i cereali è una delle colazioni più ricche e nutrienti che ci siano. Per fortuna molti cereali hanno anche poche calorie per cui ti saziano ma evitano di appesantirti.
Biscotti ai cereali
Un’altra colazione molto gustosa e ipocalorica è quella con i biscottini ai cereali. C’è da dire che i più giovani amano i prodotti pronti, così il consiglio per chi bada alla qualità e alla propria salute, è quello di acquistare biscotti biologici o fatti in casa con ingredienti genuini e senza l'utilizzo di zucchero.
Dove si trovano
Ovviamente nelle regioni italiane dove la coltivazione dei cereali è predominante se ne trovano di più. Sono particolarmente forniti, infatti, il mercato cereali di Bologna e il mercato cereali Milano. C’è da dire che probabilmente i prezzi cereali Milano sono più bassi, sia per una questione di concorrenza che di maggiore stoccaggio. Altra cosa interessante è che il prezzo dei cereali, rispetto ad altri alimenti, è molto più conveniente. Una cosa che ti permette, se usi una dieta ipocalorica a base di cereali, non solo di mantenerti in linea ma di riuscire anche a risparmiare.
Importanza della conservazione
I cereali sono un alimento particolarmente deperibile e sono oggetto di invasioni di insetti di vario genere, oltre che dei roditori. Per questa ragione i depositi per cereali devono essere realizzati nel rispetto di tutte le norme igieniche e delle regole che riguardano la sicurezza ambientale.
Differenza tra cereali integrali e interi
La differenza tra i cereali integrali e quelli interi è che gli integrali sono già stati macinati, ma non sono stati privati della cuticola che è ricca di vitamine e minerali. Invece per cereali interi si intendono le spighe appena raccolte e non ancora lavorate. Sono cereali interi ad esempio il grano, il riso e il mais.
Alcuni cereali contengono glutine, altri invece ne sono sprovvisti. Il glutine è un elemento alimentare invasivo o pericoloso solo per chi soffre di celiachia. Per questa ragione esistono dei cereali che sono usati solo per il cibo dei celiaci. Tra i cereali senza glutine c’è il riso, il mais, il grano saraceno, il miglio e la quinoa. Sovente i cereali senza glutine vengono anche classificati come cereali interi. Invece tra i cereali con glutine ci sono i frumenti, come il kamut e il turanicum, il farro, l’orzo, la segale e il triticale.
I cereali sono anche molto buoni in umido o cucinati come zuppa di cereali, da consumare preferibilmente la sera. Una zuppa che puoi cuocere usando solo i cereali, oppure puoi fare una ricetta più completa realizzando una zuppa di legumi e cereali.
Elenco dei cereali
Se è vero che siamo abituati a considerare cereali solo il riso e il frumento, in realtà la platea dei cereali è molto più variegata. Infatti ci sono cereali molto buoni e salutari, che però non sono altrettanto conosciuti. L’amaranto, ad esempio, o il bulgur solo da poco vengono richiesti dai consumatori. Poi ce ne sono altri conosciuti come alimenti, anche se non tutti sanno che si tratta di cereali. Parliamo del farro, del mais, del malto, dell’orzo, del miglio, della quinoa. E poi c’è anche il seitan e tutti i tipi di riso.
Anzi la lista dei cereali è talmente vasta che potresti realizzare anche una ricca insalata di cereali. Infine tra questi ci sono anche degli alimenti che erroneamente vengono classificati e usati come cereali ma non lo sono. Si tratta di alimenti definiti “pseudo cereali”, apprezzati dai celiaci perché molti di loro non hanno glutine. Tra gli pseudo cereali più ricercati c’è sia la quinoa che il grano saraceno.
I cereali fanno ingrassare ?
I cereali, in una persona che conduce una normale attività fisica quotidiana, fanno ingrassare molto meno di altri alimenti ricchi, ad esempio, di proteine, sia animali che vegetali. I cereali sono un alimento che andrebbe bene soprattutto ad un operaio o comunque una persona che fa una vita attiva e movimentata. Per chi invece dedica la propria attività alle sfilate di moda e alle passerelle probabilmente, data la magrezza richiesta, i cereali andrebbero assunti con estrema moderazione e sempre in base al proprio stile di vita. In pratica i cereali vanno bene per uno che consuma molto, mentre se si consuma poco, allora è meglio evitare qualsiasi eccesso e misurare rigorosamente le dosi.
Ricetta leggera con cereali
Una ricetta leggera con cereali tra le più usate è il risotto con le verdure. Per realizzarla ci vuole davvero molto poco. Basta infatti cuocere le verdure, ciascuna secondo il proprio tempo, e poi mischiarle assieme insaporendole appena. In una terrina a parte invece devi cuocere il riso portandolo ad un livello di cottura minimo. Appena il riso è cotto lo devi scolare e versare tra le verdure facendolo cuocere per un paio di minuti ancora e poi servire in tavola.
Ricetta pesante con cereali
Un piatto di pasta al sugo sicuramente è più pesante. Quindi se vuoi una ricetta pesante con cereali ti basta preparare un’insalatiera di pasta al sugo di pomodoro, aggiungendo alla fine dei tocchetti di melanzane fritte nell’olio d’oliva e spolverare il tutto con del pecorino stagionato grattugiato.
Quali cereali comprare per non star male
I cereali da comprare per non stare male sono da scegliere certamente tra quelli più digeribili. Però in fondo, se non esageri con le dosi, non esistono cerali che possano farti star male, a meno che tu non abbia un’intolleranza particolare, come quella che i celiaci hanno nei confronti del glutine. È pur vero che alcuni cereali sono meno digeribili di altri, ma il segreto è sempre quello di non esagerare con le quantità e di cuocerli per bene. Poi ovviamente se ai cereali aggiungi le fritture, allora c’è una possibilità notevole di risentirne a livello digestivo.
Oggigiorno in ogni caso i cereali senza glutine o di grani antichi, in chicchi e biologici, risultano quelli migliori dal punto di vista salutistico.
I cereali in base alla temperatura
Alcuni cereali sono più indicati con il caldo, altri invece con il freddo. La temperatura, infatti, influisce sulla pesantezza o sulla capacità del corpo di smaltirli. Il mais, ad esempio, è un cereale da consumare soprattutto d’estate, sia perché non riscalda gli organi interiori, sia perché protegge il fisico dagli sbalzi termici. Per l’inverno, invece, vanno molto bene i cereali che si riempiono d’acqua, come la quinoa, il grano saraceno e l’amaranto.
Fa ingrassare più il sushi della pizza ?
Il sushi e la pizza fanno sicuramente parte dei cibi più amati ed in voga tra le persone di tutte le età.
Ci si chiede spesso se sia più corretto mangiare la pizza o il sushi per un regime dietetico sano che non faccia ingrassare. Il dubbio infatti nasce dal fatto che il tipico pesce crudo giapponese venga servito con salse grasse e che il famoso piatto napoletano venga sempre più realizzato con attenzione e minuzia.
Caratteristiche dei piatti principali
Sicuramente una risposta più veritiera si avrà valutando gli ingredienti che si utilizzano per la preparazione di entrambe le pietanze. Nel caso della pizza molta differenza la fa l’impasto, sia esso integrale, di farina di kamut, al farro o di farina bianca. Anche la farcitura ha un ruolo importante nel conteggio delle calorie, una pizza con affettati sarà sicuramente più calorica di una semplice massa ben lievitata alle verdure o di una classica margherita.
Per quanto riguarda il sushi, per stare leggeri, sarebbero da evitare il pesce fritto, anche in caso di tempura, sulla cui qualità non potremmo fidarci ciecamente.
Anche i crostacei e molluschi non fanno benissimo all'organismo, poiché sono classificati come cibi ricchi di colesterolo e aggiungerei anche il surimi perché, di fatto, non si tratta quasi mai di reale "polpa di granchio fresca" come erroneamente si pensa, ma bensì un “finto” pesce, spesso confezionato con gli scarti di varie specie ittiche messe insieme, incluso pinne di squali o carni con molta cartillagine.
Di tutt'altra natura è invece il sushi a base di riso con avocado, oppure nel caso di ripieni al tonno e salmone, anche se si tratta di due tipi di pesce ricchi di grassi omega-3, ovvero i cosiddetti grassi buoni.
Se ci rechiamo al ristorante giapponese è consigliato iniziare le danze con una zuppa di Miso; questa pietanza ha un alto potere saziante pur avendo pochissime calorie. L’ideale è consumarla ad inizio pasto in modo da favorire la digestione ed evitare il gonfiore addominale, è quindi una sorta di preparazione al pasto completo.
Per quanto riguarda il pesce, il più indicato per un regime dietetico ipocalorico è senza dubbio il sashimi. Il sashimi è pesce crudo che può essere composto da tonno, salmone, branzino o gamberetto tagliato a fette sottili, una sorta di carpaccio di pesce. Vista l’assenza di riso è il tipo di sushi più leggero; ricco di omega-3 e contenente un numero assai ridotto di calorie. Si tratta di una scelta intelligente se ambiamo a seguire una dieta bilanciata.
Da evitare attentamente, poiché molto calorica, è la tempura. Si tratta di una frittura di gamberi molto golosa e saporita, ma davvero non indicata se si vuole stare attenti alla linea.
Sicuramente utili, se intesi come pasto completo, sono gli uramaki, i maki e i roll, costituiti da pesce crudo, unito ad avocado, cetriolo e riso ed avvolti dall’alga Nori. Questa speciale alga viene utilizzata per le composizioni di sushi ed è conosciuta nel Mondo per l’elevato contenuto proteico, vitamine, sali minerali ed Omega3.
Nel caso si scegliessero queste tre opzioni la situazione alimentare sarebbe quasi ottimale, considerato che avremo i carboidrati del riso, le proteine del pesce ed i sali minerali e le fibre delle verdure. Potremmo di conseguenza considerarlo un pasto completo, ricco e sano per il nostro fabbisogno quotidiano.
Menù dimagrante a base sushi
Vediamo ora, nei dettagli, un esempio di quale potrebbe essere il menu indicato per chi sta seguendo una dieta dimagrante.
Come antipasto si può scegliere il goma wakame, un piatto a base di alghe tagliate a pezzetti e condite con aceto ed aromi e cosparse con semi di sesamo, questi ultimi contengono una grande varietà di micronutrienti come: vitamine, minerali e sostanze antiossidanti.
Si consiglia di continuare con una zuppa di miso e dei fagioli di soia o del tofu al naturale.
Dopo gli antipasti si può passare al sashimi, che ha un vero effetto saziante e procedere con dei nigiri e uramaki. I nigiri sono dei pezzi di sashimi adagiati sul riso mentre gli uramaki sono dei roll di riso con pesce crudo e cetriolo, a volte condito da formaggio fresco spalmabile tipo Philadephia, che noi tutti conosciamo o maionese. Attenzione alla salsa di soia, particolarmente saporita e salata, perchè risulta davvero poco indicata per intraprendere una dieta blanda in quanto può creare ritenzione idrica e influire sulla pressione arteriosa, soprattutto nei confronti di soffre di ipotensione e quindi pressione alta. Molto apprezzato dal punto di vista nutrizionale è invece lo zenzero e il wasabi, risultando entrambi ottimi come antibatterici ed antiossidanti.
Il ravanello giapponese, da noi tutti meglio conosciuto come wasabi, ha moltissime proprietà ed un sapore molto particolare, simile a quello del rafano. Tra le varie caratteristiche, tutte molto importanti per la nostra salute, il wasabi fa persino perdere peso, visto che grazie alle sue proprietà termogeniche, aumenta la temperatura del corpo e grazie a ciò stimola il metabolismo a consumare più calorie.
Giapponesi tutti magri
Ci siamo spesso chiesti come sia possibile che i giapponesi siano tutti in gran forma e mai sovrappeso ed effettivamente la risposta la troviamo nella loro alimentazione e nel loro modo di cibarsi.
Spesso i nutrizionisti e dietologi consigliano di assumere piccole quantità di cibo distribuite nell’arco della giornata, come è consuetudine in Oriente. L’ideale sarebbe ambire a cinque o sei pasti durante il giorno, iniziando dalla colazione per finire con la cena o un piccolo spuntino, ma almeno 2 ore prima di coricarsi. Nel caso siate degli sportivi attivi i pasti potrebbero essere anche un po' più corposi, visto che il vostro organismo sarebbe in grado di smaltire le calorie in eccesso.
Si tratta proprio del criterio usato dai giapponesi, che mangiano poco e spesso, evitando abbuffate di cibi o cattive abitudini come restare seduti per ore al ristorante come piace fare a noi europei.
Noi in Occidente scegliamo spesso il ristorante giapponese con formula “All you can eat”, senza spesso sapere che di giapponese ha ben poco. I nipponici infatti, come detto, prediligono mangiare poco e spesso e non sono abituati alle abbuffate di sushi che amiamo tanto noi. Loro scelgono sempre piatti unici e porzioni contenute e capita spesso che quando viaggiano in Europa rimangano colpiti dalla quantità e varietà di cibo che ingurgitiamo noi ad ogni pasto, compreso quando mangiamo dei piatti, almeno in teoria, tipici della loro cultura.
Mangiare cibo giapponese in Giappone però fa sempre bene
Nel documentario “Miso Hungry” possiamo vedere i risultati della cucina tradizionale giapponese sul fisico del comico Craig Anderson, abituato, fino all’inizio di questo esperimento, al cibo dei fast food australiani. Il protagonista, coi suoi 138 kg di peso, si trasferirà in Giappone e seguirà un regime alimentare costituito esclusivamente da cibo giapponese tradizionale per due settimane; una volta rientrato in Australia continuerà a consumare alimenti nipponici. Questo cambiamento delle abitudini alimentari giocherà un ruolo fondamentale nel raggiungimento del suo peso forma e nel miglioramento delle proprie condizioni fisiche e del proprio stile di vita e salute.
Sicuramente ora sorge spontaneo chiedersi come sia possibile che, nonostante i giapponesi siano in gran forma proprio per la loro alimentazione, il sumo sia lo sport nazionale del Giappone. Come tutti noi sappiamo, il sumo è uno sport di lotta corpo a corpo dove due sfidanti, di stazza notevole, si affrontano spingendosi l’un l’altro con lo scopo di estromettersi dalla zona di combattimento.
Approfondendo si scopre che, dietro a questo sport esiste una vera filosofia di vita, fatta di dieta iperproteica e riposo per non bruciare le calorie assunte. Il lottatore di sumo assume giornalmente circa 8000 calorie da un’alimentazione a base di sardine fritte, carne di maiale e riso. Subito dopo il pranzo infatti i lottatori riposano sempre in modo da assimilare meglio e allo stesso tempo evitare di bruciare le calorie assunte, attraverso un qualunque tipo di altra azione. Questo sport prevede una regola ferrea e sarebbe: niente regime a base di sushi dunque per gli sportivi del sumo.
L'equivalente occidentale dei campioni di sumo si ha con chi pratica palestra e ambisce ad avere muscoli sempre più scolpiti.
Per quanto riguarda i body builder, si sottolinea come spesso il sushi venga scelto come pasto per il cheat-day perché, pur essendo un pasto completo ed ipocalorico, dimostra di avere un indice glicemico alto dovuto alla lavorazione del riso per la preparazione del sushi.
Il fatto che il sashimi rappresenti una fonte di proteine e grassi buoni spiega il perchè sia indicato anche per gli appassionati di fitness.
https://youtube.com/shorts/K0T2Hd_mCv4?feature=share
Le calorie del sushi
Non dimentichiamo che, pur essendo sano e da considerare un cibo per chi vuole contenere il peso corporeo, anche il sushi, come tutti gli alimenti, non va mangiato in quantità eccessive. Possiamo considerare, per rimanere in un regime medio di calorie giornaliere, che un nigiri ha dalle 35 alle 80 kcal, specificando come, in caso teneste particolarmente alla linea, sarebbe sempre meglio optare per un nigiri a base di branzino in quanto meno calorico rispetto gli altri, soprattutto se confrontato con l’anguilla, il quale risulta il pesce più grasso usato nella preparazione di sushi.
Per avere una stima di massima quando decidiamo di mangiare giappo, considerate che se scegliamo un piatto misto di 10-15 pezzi l'apporto calorico complessivo si stima attorno alle 600 calorie.
Non andrebbe neanche precisato che se si segue una dieta dimagrante sarebbe da escludere del tutto la formula “All you can eat”, che se è vero che rappresenta un paradiso per gli amanti della pietanza nipponica, ma risulta ahimè un metodo davvero deleterio per chi deve tenere il proprio regime alimentare sotto controllo.
Uno degli errori più frequenti per seguire diete genuine è quello di recarsi ad un ristorante con formula “All you can eat” pensando che, trattandosi di un cibo tutto sommato sano, ci si possa sfogare senza limiti e rincasare a stomaco zeppo.
Pesci più o meno calorici
Vediamo ora nei dettagli quali sono i pesci per sushi più calorici e quali più dietetici.
I pesci utilizzati in Giappone per la preparazione del sushi sono di solito:
- tonno,
- salmone,
- sgombro,
- ricciola,
- branzino,
- spada,
- dentice,
- anguilla,
- spigola,
- polpo,
- crostacei,
- molluschi,
- gamberi.
In Italia le specie più comuni, reperibili al banco del pesce, nel caso vogliate cimentarvi nella preparazione del sushi a casa, o nel classico ristorante giapponese sono: tonno, salmone, spigola, branzino, polpo e gamberi. Il salmone è la specie ittica considerata più grassa ed il più calorica dell'intera lista, vantando ben 208 kcal ogni 100 grammi, mentre la spigola ed il branzino sono i tipi di pesce più magri e digeribili.
Meglio la pizzeria o un sushi restaurant ?
Tornando al dubbio iniziale se sia più calorica la pizza o il sushi, nonostante le accortezze che possiamo avere nella preparazione di entrambe le pietanze, tutto si basa sulla quantità che mangeremo. Una classica pizza Margherita, costituita dalla base, pomodoro e mozzarella, ha circa 650-700 calorie, esattamente come un piatto di sushi misto da 15 pezzi. Se opteremo per la pizza con affettati o formaggi vari sarà come prediligere la tempura al ristorante giapponese, alimento fritto che, come detto precedentemente, sarebbe da evitare se vogliamo mantenerci leggeri.
Concludendo, possiamo dire che sicuramente il sushi offre talmente tante varianti e che risulta quasi impossibile categorizzarlo tra i cibi dietetici o tra quelli grassi. Potremmo però definirlo un modo di mangiare molto ben bilanciato dove troviamo carboidrati, proteine, grassi buoni, sali minerali e fibre. Senza dubbio, nelle quantità consigliate è possibile consumarlo senza troppi sensi di colpa se si sta seguendo una dieta dimagrante e con meno apprensione di quando ci rechiamo in pizzeria e la tentazione di farcire la nostra pizza diventa incontenibile.
Un occhio di riguardo va anche dato al ristorante che scegliamo, in quanto il pesce per poter essere consumato crudo deve avere subito un processo di abbattimento, processo fondamentale per eliminare l’eventuale presenza di batteri o parassiti. Assicuriamoci dunque della qualità del ristorante, che dovrà possedere sia presente un abbattitore e che venga svolto il passaggio a norma. La medesima cosa vale per la pescheria o banco del pesce, nel caso decideste di comprare la materia prima per la preparazione del sushi casalingo.
Come sfiammare e depurare l'intestino
La salute del corpo umano parte dal buon funzionamento dell’intestino. Una dieta non commisurata allo stile di vita, gli eccessi, lo stress quotidiano, sedentarietà e alimentazione povera di fibre, spesso sono causa di malesseri intestinali. Le infiammazioni sono tra le patologie più frequenti che colpiscono la zona intestinale e quando succede bisogna intervenire prima che la situazione diventi cronica.
A tutto questo aggiungi anche i cibi che sporcano l’intestino. Si tratta di alimenti particolarmente elaborati, che lasciano dei residui insani nel tratto intestinale. Scarti alimentari che spesso è anche difficile eliminare e che continuano ad irritarlo. Anche in questo caso sarebbe meglio evitare questo tipo di alimenti ma, siccome non ci si può sempre privare dei piccoli piaceri della vita, quando succede è meglio depurare l’intestino. Una scelta da mettere in pratica prima che il malessere si ripercuota sulla quotidianità, con una serie di piccoli fastidi che minano la capacità di affrontare serenamente impegni e lavoro. Anche perché, in molti casi, è sufficiente effettuare una normale pulizia del colon.
Vediamo allora come sfiammare e depurare l’intestino.
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Analisi, sintomi e consigli per depurare l’intestino
Prima di iniziare qualsiasi terapia, che possa aiutarti ad affrontare i problemi intestinali, è meglio che tu esegua una serie di verifiche, facendo delle analisi adeguate. Esse serviranno a valutare se i sintomi decretano realmente dei problemi all’intestino e a cercare, tra i tanti suggerimenti per mantenere la buona salute, i consigli più adatti alla pulizia intestinale. Quindi analisi, sintomi e consigli per depurare l’intestino sono fondamentali prima di iniziare qualsiasi terapia. Iniziamo proprio dai sintomi.
Sintomi che possono spiegare questo problema
A volte nausea e vomito sono segnali più che sufficienti per segnalare l’intossicazione dell’intestino, insieme a diarrea e gonfiore intestinale. Tra i sintomi che possono spiegare questo problema ci stanno anche le feci dalla consistenza particolarmente solida e ristretta insieme alla presenza, da verificare ovviamente con delle analisi mirate delle feci, di virus, batteri, parassiti e fungine che, tra l’altro, ti costringono a dover risolvere problemi di candida.
Infatti i patogeni, quando infestano il tubo intestinale, producono enzimi cattivi e danno luogo a fenomeni spiacevoli, come succhi acidi in eccesso e gas intestinali. Tra l’altro, quando il transito delle scorie fecali tarda a completare il suo iter, questi veleni hanno più possibilità e più tempo per superare le pareti del colon e fluire nel sangue, sovraccaricando i tessuti di elementi tossici. La conseguenza di questo fenomeno è che i tessuti intossicati si ammalano e il sistema immunitario si indebolisce a causa del superlavoro effettuato per eliminarle. Questo stato ovviamente apre la porta alle malattie che hanno più possibilità di aggredire il corpo umano.
Ma se quelli già citati risultano i sintomi più comuni e, per un certo verso, anche quelli attraverso i quali è più facile riconoscere il problema, ce ne sono degli altri che non penseresti, con altrettanta facilità, che dipendano da un intestino disturbato. Tra questi c’è sicuramente il sovrappeso corporeo insieme al mal di stomaco perenne.
Poi ci sono anche i fenomeni di reflusso gastrico e di colite. Altre due malattie, strettamente connesse alla cattiva funzionalità intestinale, sono la “Sindrome della permeabilità intestinale” e la “Malattia di Crohn”. Anche le incompatibilità alimentari, come le allergie ad alcuni cibi, l’intolleranza al lattosio e le reazioni al glutine, dipendono dall’intestino. E l’intestino malato può portare anche raffreddori ed emicranie, che contribuiscono a peggiorare l’umore. Però stai molto attento quando, su tutti gli altri sintomi che possono spiegare questo problema, spiccano fenomeni di diarrea e ti trovi a dover risolvere problemi di candida. Infine, i malesseri causati dal cattivo funzionamento intestinale, spesso influiscono anche sulla psiche.
Sintomi psicologici associati a questo problema
Un intestino intossicato genera anche uno stato di tensione che a lungo andare può causare problemi di natura psicologica. E gli effetti si notano immediatamente, anche perché tra questi risaltano la mancanza di stima, il venir meno dell’entusiasmo, la scarsa voglia di uscire ed altri mediamente legati proprio ai rapporti col mondo esterno e col sociale.
Le ragioni sono legate soprattutto al ruolo che l’intestino ha avuto nello sviluppo ancestrale dell’essere umano. Il sistema intestinale, infatti, è una sorta di cervello primordiale che in tempi remoti ha svolto a tutti gli effetti il ruolo che oggi è di competenza del sistema nervoso periferico e parzialmente del cervello. Si è dissertato a lungo sulla reazione, istintiva e primordiale, che l’uomo oppone al mondo esterno grazie alle sue funzioni primarie, che sono legate alla pancia. Però per un lungo periodo tutto ciò è anche stato considerato superfluo, o peggio ininfluente, almeno per quello che riguarda l’aspetto complessivo del comportamento umano.
Oggi per fortuna anche la Medicina ufficiale, grazie alle ricerche psico-analitiche, ha capito che la parte più profonda dell’uomo, per quanto priva delle chiavi ideologiche e dialettiche più recenti e sofisticate, svolge ancora un ruolo fondamentale. Un ruolo capace di influenzare, in positivo come in negativo, la vita di ciascuno di noi. Quindi un intestino incapace di funzionare regolarmente non ti guasta la giornata solo perché non ti senti sufficientemente in forma, ma anche perché a mancare all’appello è una parte fondamentale delle tue risorse mentali.
Organi più compromessi
L’intestino dialoga con molti organi, anche perché svolge il compito di crocevia per il cibo, che è alla base dell’energia vitale. Per questa ragione l’intestino, quando sta male, riesce a influire negativamente su tutto il sistema che elabora gli alimenti e li trasforma in risorse fisiche. Tra gli organi più compromessi c’è soprattutto il fegato, ma anche pancreas e reni sono collegati all’attività intestinale.
Il fegato è certamente uno degli organi maggiormente interessati. Ciò perché, oltre a produrre le proteine e gli ormoni che sono essenziali per il nostro organismo, contribuisce a sintetizzare i grassi grazie alla secrezione biliare. Quando l’intestino funziona in maniera irregolare, o peggio è sovraccarico di grassi da digerire, la sua super richiesta di bile stressa il fegato e lo appesantisce, facendolo ammalare. In questi casi ricorrere alla pulizia del colon potrebbe rivelarsi indispensabile.
Anche il pancreas ha un ruolo molto importante, perché secerne gli enzimi che servono per la digestione degli alimenti. Quindi, quando l’intestino è troppo carico e funziona male, ad aumentare è soprattutto la sua necessità di bicarbonati. Bicarbonati che servono a neutralizzare gli acidi in eccesso e che vengono creati nel pancreas, oltre alla normale secrezione del succo pancreatico, destinato ad agevolare la digestione di grassi, zuccheri e proteine. La possibilità quindi che si possa sviluppare una pancreatite può dipendere anche dal cattivo funzionamento dell’intestino.
Per quello che riguarda i reni, invece, il processo si inverte. Infatti in questo caso è la cattiva funzionalità renale ad influire sul funzionamento dell’intestino, fino a modificare lo stesso microbiota intestinale.
Quando si considera pulito e quando sporco
Una delle maniere di identificare lo stato di intossicazione dell’intestino è in base alla sua pulizia. Quindi, alla luce di un’indagine pre-terapeutica dell’intestino intossicato, è molto interessante capire quando si considera puro e quando sporco. L’intestino può essere considerato pulito quando la sua funzionalità è regolare.
C’è chi si imbottisce di cibi dal forte potere lassativo, nella convinzione che questa pratica sia la dieta risolutrice e non possa che giovare al proprio intestino, ma non è così. L’apparato digerente, per funzionare regolarmente, deve essere nutrito in maniera equilibrata ed essere messo nelle condizioni di chilificare in totale assenza di stress. Qualità e varietà del cibo, insieme a quantità regolare, sono le due condizioni che danno ad un intestino sano la possibilità di funzionare bene e di essere considerato puro. E gli effetti si notano quando gli stimoli dell’appetito sono regolari e le feci sono sane.
Al contrario l’intestino si considera sporco quando al suo interno si bloccano gli scarti alimentari, si accavallano i malesseri digestivi e nervosi e le feci sono corrotte. E quando l’intestino è sporco ne risente anche la regolarità con la quale si va di corpo normalmente. In questi casi il desiderio di ripulire l'intestino diventa quasi impellente.
Fattori che tendono ad intossicarlo
Quando tutti i sintomi accusano uno stato di malessere dell’intestino la prima cosa da fare è quella di individuare le cause, che possono essere anche abbastanza numerose. Tra i fattori che tendono ad intossicarlo, infatti, ci possono essere sia delle ragioni legate ad uno stato d’ansia, che un’alimentazione inopportuna. E poi, quando si affrontano momenti di malessere psichico, non è raro che ci si riempia di cibo per superarli.
Non si tratta di semplice fame nervosa, ma di un vero e proprio tentativo di “mangiare” la tensione e la rabbia, che spesso viene provocata da qualche evento sfavorevole o da una situazione di urto psicologico con una persona vicina. L’obiettivo mentale, quindi, diventa quello di frenare gli istinti di violenza istintiva e di scaricarli sull’apparato digerente. Inutile dire che è un atteggiamento insano e che, in questi casi, è preferibile sfogarsi facendo attività fisica o anche una semplice passeggiata fuori casa. Può tornare molto utile anche appoggiarsi a delle pratiche di meditazione Yoga, ma passeggiare è più facile e immediato.
Ma a volte, anche sovente, ad intossicare l’intestino è semplicemente il cibo. La cattiva qualità degli alimenti è la prima causa di intossicazione dell’intestino. Poi ci sono gli eccessi che costringono il condotto digerente ad un superlavoro che non sempre è in grado di affrontare. E infine a dare la mazzata finale ci sono anche gli alcolici, soprattutto quando vengono mischiati senza né arte né ritegno. Ovviamente parliamo di casi di intossicazione di un intestino normalmente sano e funzionante. Se invece non è così, cosa che succede sempre più spesso, allora bisogna avere l’accortezza di capire come si sfiamma l'intestino.
Un’operazione da effettuare selezionando gli alimenti che possono aiutare ed eliminando invece quelli che sono più difficili da digerire. Sono proprio questi ultimi che tendono a intossicare l’intestino, sovraccaricando di scarti alimentari soprattutto il tratto del colon. Quindi bisogna munirsi di carta e penna, oppure di una lavagna da cucina, segnare i cibi nemici dell’intestino e regolarsi di conseguenza. Infatti, mentre frutta e verdura generalmente aiutano a ripulire l'intestino, carni rosse, zuccheri, latticini, grassi e carboidrati tendono a intossicarlo.
L'accumulo di tossine
Un intestino intossicato ha l’effetto immediato di farti star male fisicamente, ma in effetti questo è solo il segnale che è in corso uno stato di intossicazione. Gli effetti deleteri, infatti, sono decisamente più gravi e difficili da smaltire.
L’accumulo di tossine, che è dovuto al blocco intestinale, non potendo defluire naturalmente si riversa nel sangue. Ciò avviene grazie alla complicità dei vari organi, che sono collegati all’intestino, oltre che attraversando le pareti intestinali. Questo stato di intossicazione dà origine ad una presenza anomala di tossine, vaganti nei vari organi, oltre che a creare patologie che è bene conoscere.
La più comune patologia collegata a questo stato di intossicazione è il sovraccarico del sistema immunitario, che è costretto ad un superlavoro per smaltire le tossine in eccesso. Ma ci sono anche delle tossine che non riescono ad essere intercettate. Queste, quando sfuggono al controllo, colpiscono soprattutto il fegato, il sangue e il sistema nervoso centrale.
Quindi, quando si parla di tossine, quella che si vuole indicare è un’eccessiva presenza di patogeni, le cui quantità superano abbondantemente i livelli che ciascun organo è in grado di sopportare. Ma, a voler entrare nel dettaglio dei tipi di tossine che si riversano nel corpo umano, non si può fare a meno di notare che si tratta di batteri di vario genere, virus, parassiti abbastanza perniciosi e fungine. E ci si può trovare anche a dover risolvere problemi di candida. Di fronte ad un pericolo del genere, soprattutto se lo stato di intossicazione persiste, la scelta migliore è quella di depurare il colon.
Depurare il colon
Ci sono molti sistemi per depurare il colon, dall’alimentazione ricca di fibre, alle purghe, preferibilmente naturali, per finire al classico clistere con sali di mare o il bicarbonato. In questi casi, infatti, i benefici dell'idrocolonterapia sono innegabili, soprattutto per la rapidità dei suoi effetti. Si tratta di una tecnica, infatti, che riesce letteralmente a lavare tutto il tratto dell’intestino che è interessato dallo stato di intossicazione, quindi dall’ampolla rettale al colon cieco. Per essere efficace l’idrocolonterapia deve essere effettuata con un apparecchio apposito, dotato di doppia cannula.
Da una delle due cannule viene insufflata acqua depurata nell’intestino, facendo in modo che la temperatura e la pressione del getto d’acqua siano moderate e costantemente controllate. Ciò per evitare sia i danni, che le abrasioni o le perforazioni. Dall’altra cannula invece viene aspirato il liquido, insieme ai residui che questa operazione va scollando e frantumando man mano che procede. Durante questa pulizia del colon, che non è il caso di effettuare senza un supporto specialistico, è di grande aiuto anche un leggero massaggio addominale. Un massaggio dolce, che serve solo a rilassare i muscoli contratti e a favorire il ripristino della normale peristalsi intestinale.
Come già detto i benefici dell'idrocolonterapia, laddove sia possibile farla, sono davvero tanti. Innanzi tutto essa effettua una depurazione dagli scarti alimentari completa e profonda. Poi stimola e ripristina la normale peristalsi intestinale restituendo al colon la sua funzione regolare.
Sblocca la via all’espulsione delle tossine riducendo in maniera veloce i relativi sintomi di avvelenamento. Permette al sistema immunitario di riprendersi dallo choc e di tornare a funzionare correttamente. Ripristina il processo digestivo e la corretta assimilazione delle sostanze dai cibi.
Il fegato torna a funzionare regolarmente e riprende la sua attività di auto-riparazione. Anche le sollecitazioni ai reni rientrano nella normalità e le urine tornano normali. Infine, dopo che hai terminato di ripulire l'intestino i benefici si notano a breve giro anche a livello cutaneo. Ciò perché il derma riprende le sue normali funzioni depurative, invece di concentrarsi sullo smaltimento delle tossine con la traspirazione.
Ovviamente l’idrocolonterapia va affrontata presso uno studio medico abilitato, mentre se si vuole agire velocemente in via privata, a casa, allora la soluzione non può che essere di tipo farmacologico, magari utilizzando dei ritrovati come l’enterosgel.
Enterosgel o metodi naturali quale funziona meglio
Enterosgel è un farmaco che elimina dall’intestino le sostanze tossiche. Sostanze che sono all’origine di alcuni leggeri disturbi digestivi oltre che di fenomeni di diarrea infettiva. Enterosgel, infatti, viene spesso utilizzato per supportare le terapie a base di antibiotici e per sostenere il sistema immunitario.
In pratica è un detox intestinale contenente silicio, realizzato in forma di idrogel di natura inerte. La sua assunzione provoca in breve tempo la formazione di una struttura tridimensionale nel lume intestinale. Una specie di reticolo che riconosce e imprigiona una serie di sostanze tossiche, di natura sia endogena che esogena. In pratica Enterosgel è capace di bloccare batteri, tossine di natura virale, ed altri elementi intossicanti, come droghe, veleni, alcool, sali provenienti da metalli pesanti e radionuclidi. E, infine, blocca anche gli allergeni alimentari e gli elementi antigeni.
Tutte sostanze che, ovviamente, vengono rimosse dopo essere state individuate e bloccate. Ma non solo perché Enterosgel ha anche la capacità di fagocitare alcuni rifiuti prodotti dal metabolismo, come la bilirubina in eccesso, oltre che la super produzione di urea, lipidi e colesterolo. Purtuttavia la sua azione drenante non intacca l’assorbimento dei principi attivi e delle vitamine e collabora alla ricostruzione della flora batterico-intestinale. Alla fine del processo che serve a ripulire l'intestino, tra l’altro, il suo principio attivo non entra nel circolo sanguigno ma viene espulso insieme agli scarti alimentari entro le dodici ore dall’assunzione.
Attraverso la naturopatia si può utilizzare un sistema totalmente naturale finalizzato a disintossicare l'apparato intestinale. Un metodo ideato dal dottor Gianluca Lombardi che serve a risolvere problemi di candida, colite, stitichezza, gonfiori addominali, sovrappeso, cistite, prostatite ed altro. Un metodo che unisce pratiche di automassaggio, alimentazione liquida, bioterapie e meditazione.
Infatti, sempre secondo l’ideatore di questo sistema, disintossicare il colon non è fine a se stesso, ma serve ad aiutare il fisico a superare anche altre patologie che, ma solo in apparenza, sembrano non avere niente a che fare con la digestione e i suoi processi. Questo sistema però, prima di essere usato, deve essere ritagliato sul biotipo della persona che lo deve fare. Un biotipo che va individuato con un test specifico, all’interno di macrocategorie che vengono identificate nei quattro elementi cosmici di aria, acqua, terra e fuoco.
La differenza, volendo mettere a confronto i due rimedi, è fondamentalmente basata sul metodo. Infatti mentre l’Enterosgel è un farmaco che interferisce con i sistemi patogeni inglobandoli e eliminandoli, Coliteaddio è un sistema di terapia naturale che stimola le autodifese del corpo umano, eliminando materialmente gli ostacoli che ne impediscono o rallentano l’azione.
Molto probabilmente ricorrere ad una terapia naturale per la pulizia del colon è meno invasiva e priva di controindicazioni, ma ti costringe ad affrontare tempi un po' più lunghi. La soluzione farmacologica, invece, agisce velocemente e risolve le cause in fretta, ma rischia di lasciare il problema irrisolto e in sordina. Il farmaco rischia infatti di viziare l’intestino e ridurre le sue naturali tendenze all’autodifesa.
Invece il metodo del naturopata Lombardi parte proprio dall’affrontare le anomalie e tende a ricreare naturalmente un equilibrio. E un buon equilibrio è fondamentale per mantenersi in buona salute e per non accumulare troppo a lungo, all’interno dell’intestino, gli scarti alimentari.
Cosa può accadere se non ci si cura?
Quando intervengono dei problemi intestinali questi raramente sono gravi. Di conseguenza la tendenza spesso è quella di soprassedere e lasciare che la natura faccia il suo corso. Ma questa non è mai la decisione migliore perché lasciar correre potrebbe portare conseguenze nefaste. Purtroppo cosa può accadere se non ci si cura lo si scopre solo alla fine e cioè quando il danno è fatto e si sta veramente male.
Poi, come se non bastasse, subentra anche il fattore preoccupazione ad aggravare la situazione e a rendere sempre più difficile riportare l’intestino alla normalità. Infatti, se non si interviene a tempo debito, gli effetti possono essere davvero devastanti. Iniziando da quelli che possono sembrare i più lievi, è giusto ricordare che i primi effetti sono proprio le deiezioni anomale.
Quindi stitichezza e diarrea dipendono da una mancata disintossicazione intestinale. Ma dipendono dall’intestino intossicato anche molte reazioni cutanee come il prurito e rossori, oppure la fragilità delle unghie.
Tra gli effetti di un certo rilievo, altrettanto insospettabili, c’è da mettere in conto anche stress e stanchezza, che denotano un microbioma debole o alterato. Infine, per quanto ci si possa stupire, molti dolori articolari dipendono da un intestino costantemente intossicato.
Ma, al di là degli effetti sparsi in tutto il corpo, il primo a risentirne è proprio l’intestino stesso che si riempie di batteri, virus, funghi e parassiti, col risultato di ritrovarsi con le pareti infiammate e sature di tossine, che finiscono col passare indebitamente nel flusso sanguigno. Una delle maniere per non arrivare a questi estremi ed evitare di dover necessariamente ripulire l'intestino è proprio quella di regolare l’alimentazione.
Cosa mangiare per tenerlo pulito
Quando si gode di buona salute la prima cosa da fare è quella di assicurarsi, con una sana azione preventiva, di evitare di ammalarsi. Per farlo il sistema più indicato è dare la preferenza ad un’alimentazione adeguata, con cibo sano e genuino e seguire alcuni consigli che, alla fine, si dimostreranno determinanti.
Il primo di questi consigli è quello di sostituire, anche gradatamente, i carboidrati raffinati con quelli integrali. Questi ultimi, infatti, sono ricchi di fibre che invece sono state eliminate dai primi. Poi la dieta depuratrice deve essere sufficientemente liquida in modo da mantenere l’intestino idratato. E poi bisogna evitare di mangiare spesso gli alimenti troppo astringenti e ridurre dalla dieta i grassi saturi e gli alimenti conservati. Ciò perché grassi, conservanti e additivi, contribuiscono a dare origine a scarti alimentari difficili da eliminare.
Frutta, legumi e verdure invece sono sempre graditi, soprattutto se di origine biologica. Infine, tra le cose da mangiare per tenerlo pulito, sono da includere alcuni fermenti vivi, come quelli contenuti nello yogurt e nel kefir, insieme al miso di soia gialla, i crauti, il pane e la pasta acida.
Quali cibi assumere per ripulire l'intestino
Se invece la situazione intestinale è già compromessa ci sono dei cibi che hanno un’ottima azione depurativa. Vediamo quali cibi assumere per ripulire l’intestino. Certamente la prima cosa da fare, se vuoi una pulizia del colon progressiva quanto efficace, è quella di iniziare a sorseggiare acqua tiepida. L’acqua a temperatura ambiente, bevuta durante tutto il corso della giornata, rimette in attività le funzioni intestinali e aiuta a depurarsi.
Poi ci sono alimenti particolarmente efficaci, ottimi per disintossicare l'apparato intestinale. I semi di chia, ad esempio, insieme ad un bicchiere d’acqua, sono perfetti per iniziare a risvegliarlo ed aiutarlo a liberarsi dalle scorie. Un effetto analogo puoi ottenere mischiando i semi di lino pestati in un frullato di mela e latte di riso integrale.
Sono molto efficaci anche l’avena e il grano saraceno. La prima può essere mangiata a colazione in forma di pappina, ottenuta cuocendo due cucchiai di fiocchi integrali nel succo di mela. Mentre puoi fare a polenta il grano saraceno e mangiarlo a pranzo.
Se invece vuoi sapere come si sfiamma l'intestino, allora devi usare sia il kuzu nelle minestre e le alghe wakame, magari aggiunte ad una crema di riso integrale. Però, al di là di alcuni alimenti che sono generalmente indicati per ripulire l’intestino, ce ne sono altri particolarmente interessanti, di cui è bene conoscere le proprietà oltre che il loro ruolo nel processo disintossicante dagli scarti alimentari.
Ruolo dello zenzero
Lo zenzero è una radice che è possibile utilizzare sia a livello alimentare che terapeutico. A livello alimentare lo zenzero viene usato come spezia piccante. A livello fitoterapico, invece, Il ruolo dello zenzero è soprattutto legato alle anomalie digestive, come nausea, vomito, flatulenza, diarrea, coliche e colon irritabile e stimola la funzionalità epatica. Però, se la dieta depuratrice ne fa un uso frequente ed esagerato, lo zenzero può diventare deleterio per chi soffre di patologie cardiache, oltre che provocare spiacevoli bruciori di stomaco.
I probiotici
I probiotici sono batteri intestinali che aiutano a mantenere la funzionalità digestiva e difendono la salute del corpo umano. Essi intervengono direttamente sulla flora batterica intestinale che è il motore intestinale per eccellenza. La flora batterica intestinale, infatti, è la base di sostegno del microbiota umano.
Il microbiota umano, tra l’altro, se una volta era considerato semplicemente un ammasso di batteri più o meno utili, oggi è stato elevato al ruolo di organo indipendente. Ciò perché è capace di interagire con le cellule degli altri organi in maniera intelligente. Quindi l’assunzione regolare e costante di probiotici, che è possibile trovare con grande facilità tra gli integratori alimentari in commercio, aiuta a mantenere sano non solo l’intestino ma tutto il sistema corporeo.
Funzione della rosa canina
La funzione della rosa canina a livello intestinale è principalmente antinfiammatoria. Ma è anche regolatrice delle funzioni intestinali, in quanto è capace di bloccare le crisi diarroiche grazie alla presenza dei tannini e di agevolare la fuoriuscita delle feci, in caso di stipsi prolungata, proprio perché ricca di fibre. Per intervenire sull’intestino si usano principalmente le bacche, dalle quali realizzare una tintura madre oppure un estratto, dopo averle essiccate e polverizzate. Ma le bacche di rosa canina possono essere usate con successo anche per depurare le vie urinarie dagli acidi urici, senza sovraccaricare i reni.
La giusta quantità di peperoncino
Il peperoncino è una bacca a fusto eretto appartenente alla famiglia delle solanacee, come le patate i pomodori e le melanzane. Utilizzato in cucina come droga, secco e in polvere, il peperoncino ha anche notevoli proprietà benefiche per la salute dell’intestino. Infatti la giusta quantità di peperoncino aggiunta alle portate, evita i fenomeni diarroici e contrasta la colite. Però quando il diavolicchio viene usato in dosi eccessive può causare emorroidi e forti irritazioni intestinali.
La potenza del digiuno
Il lavorio dell’intestino è incessante per sua natura ma, ogni tanto, concedergli una pausa non può che fargli bene. Lo sapevano gli antichi che dedicavano al riposo dell’attività digestiva il giorno dedicato a Venere, una consuetudine condivisa poi dal mondo cristiano fino al secolo scorso.
La potenza del digiuno però non si estrinseca solo nella pulizia intestinale perché il digiuno, condotto in modo corretto, può aiutare a restituire l’equilibrio ad un fisico danneggiato. Ma l’uso di questa pratica ha anche pericolose controindicazioni, per cui non ci si può arrischiare a disintossicare l'apparato intestinale in questo modo senza il parere del medico, il quale dovrà anche controllare il buon andamento della salute complessiva durante tutto il periodo.
Il digiuno, infatti, non può essere integrale e il suo sviluppo non deve superare le soglie dell’aggressione alle cellule dei muscoli. E poi il corpo, durante tutto il periodo del digiuno, va idratato correttamente e tenuto lontano dagli stress fisici e calorici. Quindi niente sforzi estremi e temperature sempre controllate, preferibilmente appena sopra la media corporea. Ecco perché come farlo e quali attenzioni seguire te lo può dire solo un medico che sia specializzato in scienze dell’alimentazione.
Collegamento tra disintossicazione e sistema immunitario più forte
Un intestino appesantito, o peggio, ammalato, costringe il sistema immunitario ad un superlavoro non previsto e per di più rende meno efficiente la sua ricostruzione. Questa situazione lascia campo libero ai virus e ai batteri e indebolisce anche il fisico. Il primo collegamento, infatti, tra disintossicazione e sistema immunitario più forte, è quello che si crea tra un fisico in perfette condizioni di salute, grazie ad un intestino pulito e funzionante e un microbioma maggiormente in grado di difenderlo dagli assalti esterni e renderlo meno esposto a virus come Covid.
A chi rivolgersi per ricevere una depurazione intestinale
La depurazione intestinale può essere effettuata con vari sistemi, anche abbastanza invasivi. Per questa ragione bisogna rivolgersi ad un naturopata che sia specializzato nella pulizia del colon, prima di mettere mano a un organo che è la chiave di volta del benessere fisico e della funzionalità fisiologica.
Tra l’altro la depurazione intestinale dalle scorie, per essere fatta correttamente ed avere dei risultati, ha bisogno di un percorso mirato nel quale potrebbero essere usate più di una pratica, dal digiuno al lavaggio intestinale. E, ovviamente, ciascuna delle pratiche ha il suo specialista.
Ruolo del naturopata
La Medicina dei Padri, di cui Ippocrate fu il rappresentante più conosciuto, considerava l’uomo un Unicum in perfetta sintonia con la Natura. Ancora nel Medioevo, quando la Scienza era vista come una realtà palpitante, i rapporti tra il Macrocosmo e il Microcosmo erano alla base dell’indagine scientifica in tutti i settori. Un’immagine della Scienza coltivata con convinzione da geni della levatura di Leonardo da Vinci e Galileo Galilei e che oggi purtroppo è scomparsa.
Oggi questa visione è stata parzialmente rivalutata e qualsiasi intervento possa essere fatto sull’uomo viene rivisto anche nell’ottica del suo rapporto con la natura. È un passo avanti di grande importanza, che potrebbe restituire alla conoscenza umana tesori dimenticati. Un primo passo che ci piace descrivere con le parole scolpite nella pagina principale del sito della Scuola di Naturopatia Aron. Parole riportate nel virgolettato a seguire che, tra l’altro, tracciano le linee del ruolo del naturopata.
“Il Naturopata, in sintonia con le indicazioni internazionali, opera nell’ambito della prevenzione e dell’educazione ai sani stili di vita, formando e responsabilizzando i propri utenti nelle loro scelte quotidiane. Egli interviene anche per il ripristino dello stato di salute con metodi e tecniche differenti a seconda della formazione e della sensibilità individuale, stimolando in primis la vis medicatrix naturae insita in ogni essere umano.”
Si può farlo da soli?
Depurarsi è un’arte e un percorso e si può farlo da soli solo in parte. Alcune operazioni base si possono fare anche a casa da autodidatta per sentirsi meglio, seguendo un sistema personale e improvvisato, e magari vedendo da YouTube cosa fanno gli altri, purché si tratti di esperti riconosciuti come naturopati.
Non a caso alcuni strumenti di auto-disintossicazione si trovano in libera vendita anche sul web, ma nel metterli in partica è sempre sconsigliato farlo da soli. La presenza di un parente o di un amico può essere fondamentale, soprattutto se ti dovesse capitare di reagire in maniera imprevista e accusare un malessere.
Metodo del limone
Nelle famiglie contadine, soprattutto nel periodo prebellico, prima quindi che arrivassero i rimedi belli e pronti delle ditte farmaceutiche, ci si curava con i rimedi naturali o con le polverine realizzate a mano dai farmacisti. Uno dei sistemi più usato, per mantenere l’intestino sgombro e vivere in salute, era quello di bere a digiuno, appena alzati, un bicchiere di acqua nel quale era stato versato il succo di un limone fresco.
Il succo di limone è ricco di vitamina C, depura fegato e reni, è diuretico, antibatterico, aiuta la sintesi dei grassi nel sangue, protegge le cellule dal deterioramento e consente anche un’efficace pulizia del colon. Quella del limone si può considerare come la dieta risolutrice, capace di dare una sferzata di energia per iniziare al meglio la giornata. Questa abitudine, proprio perché molto sana ed efficace, sta tornando di moda come metodo del limone, tanto da essere utilizzata per fare una disintossicazione intestinale costante e quotidiana. Il metodo del limone, infatti, non solamente è molto semplice, ma può anche essere eseguito senza che lo sappia il medico o che lo si debba limitare o interrompere. Però qualche consiglio per realizzarlo al meglio può tornarti utile.
La maniera migliore per assumere il succo di limone al mattino è quello di usare acqua a temperatura ambiente. C’è chi la intiepidisce per renderla più compatibile con le temperature corporee, ma è sufficiente il passaggio nel primo tratto del tubo digerente e nello stomaco, per portare il beverone ad una temperatura ottimale. Quindi niente acqua dal frigo. Poi bisogna che il limone sia fresco, se è bio è meglio, e che venga spremuto per bene per estrarre anche la pectina contenuta nella parte chiara aderente alla buccia. La sua spremitura deve essere fatta appena prima di berlo e il succo, per non bloccarsi nello stomaco, deve essere privo di filamenti. Quindi va filtrato e setacciato con cura, eliminando semi e polpa residui. Per quello che riguarda la quantità, invece, un solo limone di pezzatura media generalmente è più che sufficiente per disintossicare l'apparato intestinale. Però, se non sei abituato al suo sapore agro, puoi sempre iniziare con qualche goccia, aumentando la quantità via via gradatamente, fino ad arrivare ad un limone intero.
Per quello che riguarda la qualità evita di prendere i limoni troppo lucidi, perché a volte vengono trattati con delle cere per renderli più appetibili visivamente. Basta che sia sodo e se ha le foglie verdi è ancora meglio. Infine, per quello che attiene alla diluizione, considera che una parte di limone e tre di acqua vanno abbastanza bene. Ma dipende anche dai tuoi gusti, per cui regolati di conseguenza. Però è importante, per ripulire l'intestino efficacemente, che il succo non sia troppo forte o la sua azione depurativa perde di efficacia. Quindi, anche se ti piace abbastanza carico, almeno quello del mattino non berlo puro. Puoi usarlo un po’ più stretto e con un pizzico di sale, invece, se hai perso molti liquidi dopo una sessione di allenamento troppo intensa e hai bisogno di reidratarti. Infine, se temi che il succo di limone possa intaccare lo smalto dei denti, allora per berlo usa una cannuccia ed evita di lavare i denti prima di una mezz’ora dall’assunzione.
In quanto tempo ci si depura del tutto?
In quanto tempo ci si depura del tutto dipende dal sistema che si è deciso di utilizzare. In ogni caso, sia in caso di depurazione leggera che "profonda", prima che tutto il sistema si possa considerare “pulito” un po’ di tempo passa. Quindi, se per effettuare la pulizia del colon dalle scorie con dei sistemi radicali come il lavaggio intestinale può bastare qualche ora, per depurare tutto l’organismo possono volerci giorni e settimane.
Di suo il fisico, nel ricambio biologico, segue la regola del “7” e dei cicli lunari. Però quando è costretto a reagire forza un po’ i tempi, che comunque rimangono legati al tempo che occorre al coadiuvante, o al rispettivo rimedio, per raggiungere le periferie, sia cutanea che vascolare. Quindi se il rimedio agisce solo a livello intestinale probabilmente serviranno i sette giorni canonici, se invece “viaggia” nel sangue potrebbe volerci meno. Generalmente però è preferibile sollecitare il fisico con uno stimolo deciso come la pulizia intestinale e poi lasciargli fare da solo il resto del lavoro, secondo i ritmi naturali del corpo. Alla fine però la scelta tra uno dei due sistemi condiziona il tempo di depurazione dell’intestino, a seconda che essa sia leggera o profonda. Se è leggera, infatti, gli effetti sono più blandi e diluiti nel tempo. Se invece, per ripulire l'intestino ricorri ad una depurazione profonda, magari per ragioni di urgenza dovute ad un blocco intestinale, la risposta del fisico si velocizza e assume caratteristiche differenti. Vediamo meglio gli effetti e le differenze dei due tipi di approcci.
La depurazione intestinale leggera si attua con un insieme di soluzioni non invasive che comprendono il controllo dell’alimentazione, l’uso di prodotti naturali anche a blando effetto lassativo, l’assunzione regolare di probiotici, la ginnastica, i massaggi addominali mirati, la respirazione, le pratiche Yoga, un diverso stile di vita. Gli effetti di questo sistema sono decisamente validi, ma hanno bisogno di un tempo maggiore per raggiungere il risultato sperato.
Alla fine però il primo a risentire dei benefici che comporta disintossicare l'apparato intestinale è proprio il tuo intestino e il suo funzionamento. Poi si risollevano le capacità di autodifesa del corpo umano e di conseguenza migliora anche la capacità di affrontare le malattie e di agevolare la guarigione del corpo. C’è anche da dire che questo sistema, siccome si sviluppa secondo un ritmo biologico armonico e più vicino a quello naturale, dà degli effetti più duraturi ed ha meno probabilità di incorrere in effetti collaterali, come la riduzione eccessiva del peso corporeo o l’impoverimento di sostanze fondamentali per l’equilibrio psico-fisico.
La depurazione intestinale profonda si ottiene con un digiuno programmato sotto controllo medico, più o meno drastico, oppure con il lavaggio intestinale. Ambedue i sistemi sbloccano l’intestino costipato e gli consento di liberare il corpo in maniera totale e temporaneamente definitiva. Questo mette l’apparato digestivo nelle condizioni di poter lavorare liberamente per liberarsi dalle scorie, ma il cambio repentino di situazione crea un trauma, che in alcuni casi comporta degli effetti collaterali poco piacevoli.
Uno di questi è il crollo improvviso delle energie, per cui è sempre bene, dopo l’operazione, rimanere a riposo anche qualche ora. In alcuni casi il crollo può influire anche sulla pressione circolatoria, scatenando una serie di malesseri collaterali, anche di carattere psichico. Poi si può incorrere per un po’ di tempo in fenomeni anormali di motilità intestinale, squilibrio elettrolitico e maggiore disposizione a prendere un’infezione intestinale. Infine, almeno per quello che riguarda le manovre per il lavaggio intestinale, se non vengono fatte con attenzione da personale esperto e qualificato, possono causare anche delle perforazioni intestinali. Però, tra tante persone che ricorrono a questi sistemi più o meno drastici per ragioni fisiologiche, esistono anche individui che percorrono questa strada per disintossicarsi dalle sostanze tossiche, come alcool e droghe di varia natura.
I vip che amano depurarsi
La disintossicazione intestinale aiuta anche a pulire il proprio corpo da sostanze particolarmente pesanti e a superare le dipendenze. Molte persone, infatti, per alleviare gli effetti dell'abuso di droghe e alcool, ricorrono alla disintossicazione dell’intestino. Può sembrare una soluzione palliativa, ma non è così. Ciò perché la disintossicazione intestinale, soprattutto quella rapida, costringono il fisico ad un cambio di regime repentino e velocizzano anche l’espulsione delle tossine dai tessuti e dal sangue. Questa situazione crea un momento di tregua, sia a livello fisico che psichico, della fase della necessità.
Un attimo di respiro che permette, a chi decide di avviare un processo di disintossicazione dalle dipendenze, di partire col piede giusto e con qualche lunghezza di vantaggio. Ovviamente non basta, per vincere le cattive abitudini, solo disintossicare l'apparato intestinale, ma occorre comunque tanta buona volontà e spirito di sacrificio o si ricomincia daccapo. Ma dopo una disintossicazione intestinale è più facile affrontare e contrastare la dipendenza e i suoi tormenti.
Ma esistono anche situazioni in cui la pulizia del colon è diventata una moda e viene effettuata con leggerezza e senza una reale giustificazione medica. Si tratta di alcuni Vip che amano depurarsi per sentirsi bene con se stessi e magari smaltire velocemente gli eccessi di super lavoro, tensione e abusi alimentari. Molti di loro lo fanno anche perché è diventata un’abitudine, a cui non ci si deve sottrarre se si vuole essere di tendenza. Una scelta che rischia di avere inutili effetti collaterali e che serve soltanto a mantenere viva l’immagine vincente riconosciutagli dai fans. E infine ci sono anche quelli che scelgono la dieta risolutrice per dimagrire velocemente e mantenersi longilinei. Questi personaggi, più saggiamente, preferiscono affidarsi ai naturopati e usare delle diete controllate, come la Detox.
La dieta DETOX
La dieta depuratrice più conosciuta è la dieta Detox. Una dieta creata negli anni ’40 da Stanley Burroughs e che oggi, riveduta e corretta, viene usata da molti personaggi del Cinema e dello Spettacolo, sotto il controllo di un dietista o di un naturopata. Una dieta principalmente liquida, che sostituisce le proteine animali con quelle vegetali. Essa imbottisce il corpo di acqua mista a limone e succo d’acero, con un lassativo da prendere la sera prima di andare a letto.
La dieta Detox si basa su quattro regole fondamentali. La prima regola impone l’assunzione quotidiana di fibre in misura di almeno 30 grammi/die a scelta tra cereali, frutta, ortaggi, legumi o verdure. La seconda regola della Detox vuole che siano eliminati drasticamente (per il periodo della dieta ovviamente) carni animali, formaggi, latticini e insaccati vari. In sostituzione bisogna assumere molta vitamina C, insieme a carotenoidi, tocoferoli e fenoli, di origine naturale e in maniera alimentare, mangiando appunto frutta e verdura. La terza regola vuole che si mangino solo cibi leggeri, privi o quasi di elementi grassi e di zuccheri semplici. Infine la quarta regola, per disintossicare l'apparato intestinale, è quella di bere tantissimi liquidi durante tutta la giornata, soprattutto acqua, tè verde e tisane a base di erbe disintossicanti come aloe, cardo mariano, tarassaco, bardana e carciofo, che aiutano a far defluire le scorie. Ovviamente sono assolutamente bandite le bevande gasate e zuccherate, insieme a tutti gli alcoolici.
Centrifugati di frutta e verdura : i vantaggi di non estrarre le fibre
L’alimentazione di origine vegetale è alla base della nostra salute. La quasi totalità delle evidenze scientifiche basate su studi epidemiologici ci dice che ad un regime vegetariano - o vegetariano con pesce - è associato un indice maggiore di speranza di vita.
La medicina ufficiale si è trovata in più di un’occasione ad affermare gli stessi principi e la stessa logica. Anzi, di fronte ad un ritmo di vita tanto frenetico a livello cerebrale, quanto sedentario per quello che riguarda l’attività fisica, spesso e in più occasioni ne ha affermato l’utilità.
L’inconveniente però, proprio a causa della vita frenetica, è che mangiare frutta e verdura richiede tempo per la preparazione e calma durante l’assunzione. Due lussi che spesso non ci si può concedere.
Proprio per questa ragione l’alimentazione vegetale è oggetto di rielaborazione, al fine di renderla più facile da trasportare e da assumere. Passati di verdura e spremute di frutta hanno riempito buona parte della vita di moltepersone. Elaborazioni comode, facili da portare con sé e da mandare giù velocemente.
Ma la comodità, spesso, è stata accompagnata dalla perdita di una parte degli elementi salutari e nutritivi che erano contenuti negli alimenti prima di essere rielaborati. Solo l’utilizzo di sistemi meno drastici, come quello della centrifuga, poteva ottenere un cibo più facile da consumare senza sacrificare il suo apporto nutritivo e benefico. E così ecco apparire sul mercato al consumo, accanto ai più conosciuti succhi di frutta, anche i centrifugati a base di frutta e verdura.
Chi li usa più spesso?
Mantengono più in forma un corpo già allenato o fanno dimagrire?
Quando si usano
Piacciono ai bambini?
Differenza tra centrifuga ed estrattore
Quale modalità conserva meglio le vitamine
Differenza tra centrifugati e succhi di frutta e spremute
La scelta dei componenti
Alcune ricette comuni
Ingredienti base e relativi benefici-proprietà
Alcune ricette più originali
Le doti di un "centrifugatore doc"
Quali sono i frutti considerati "buoni"
Quali sono le verdure che possono apportare un "tocco in più"
Quanto zucchero si mette?
La lista dei centrifugati
Quanto tempo si possono conservare in frigo?
I tipi di centrifuga migliori
Il tramonto del Bimby. Esistono valide alternative?
Chi li usa più spesso?
I primi che hanno scoperto i centrifugati sono stati gli sportivi, sempre molto attenti alla cura del proprio corpo. Poi anche gli appassionati delle diete vegetali hanno imparato a sfruttare questo sistema davvero geniale, che ti permette di assumere vitamine e sali minerali tramite dei prodotti estremamente ricchi e salutari.
Oggi non è facile dire chi li usa più spesso, anche perché quella di centrifugare gli alimenti sta diventando una pratica sempre più diffusa, sia nei luoghi pubblici, come bar e ristoranti, che in casa. Ciò perché molti consumatori abituali considerano i centrifugati dei toccasana. Infatti c’è chi li assume con puntigliosa regolarità, nella convinzione che essi possano migliorare radicalmente le condizioni fisiche.
Mantengono più in forma un corpo già allenato o fanno dimagrire?
Spesso si guarda e ci si approccia all’alimentazione di origine vegetale per risolvere qualche squilibrio e guarire da qualche malanno particolare. Questo perchè negli elementi della natura il colore ed i micronutrienti presenti fanno da spazzino dell’intestino e delle vie di drenaggio.
Altre scuole di pensiero prevedono e puntano sull’importanza di ciascuno degli alimenti ingeriti, in una dieta più variegata. Ciò non toglie che ci siano ancora molte persone che si chiedono se i centrifugati mantengono più in forma un corpo già allenato o fanno dimagrire, non considerando che il trattamento in centrifuga della frutta e delle verdure serve a impoverirle meno, non ad arricchirle con ciò che non posseggono.
Comunque sia, l’uso corretto dei centrifugati in genere aiuta sicuramente un corpo già allenato a mantenersi in forma, ma se vuoi anche dimagrire devi bere dei centrifugati realizzati con delle verdure specificatamente indicate per sciogliere i grassi. In ogni caso, come per tutti gli alimenti, devi sempre fare uso dei centrifugati in maniera corretta e moderata.
Quando si usano
Puoi fare uso dei centrifugati più comuni ogni volta che ti va. Puoi dissetarti con un centrifugato al bar, oppure farne uno a casa per spezzare il languore pomeridiano. I centrifugati con frutta sono perfetti al mattino, durante la prima colazione, mentre i centrifugati di frutta insieme a verdura possono essere gustati in qualsiasi momento. Basta che tu abbia voglia di una pausa e di mandare giù qualcosa di liquido, da solo o in compagnia.
In molte occasioni, tra l’altro, un centrifugato può sostituire il caffè, col quale non è mai sano esagerare. Ma se vuoi sapere quando i centrifugati si usano ed hanno maggiore efficacia, considera che uno dei benefici di questo tipo di alimentazione sta proprio nell’apporto di liquidi all’organismo. Quindi non c’è momento migliore per gustare una miscela di frutta e verdura che dopo una lunga sessione di allenamento sportivo o dopo una bella passeggiata in montagna.
I centrifugati si usano anche quando il fisico si disidrata sotto il sole e la pelle ha bisogno di liquidi e vitamine.
Più estivi o invernali?
Le bevande realizzate con un centrifugato di frutta o di verdura possono essere benefiche in qualsiasi stagione. Decidere se sono più estive o invernali può dipendere dalla temperatura. D’estate un bel centrifugato bevuto freddo può solo far piacere. D’inverno invece è meglio assumerli a temperatura ambiente. La stessa regola vale se ami sorseggiare un centrifugato con gli amici. Farlo d’estate può sembrare più trendy, ma anche d’inverno può diventare una bevanda da bere in compagnia, sia a casa che al bar. Però, se il tuo scopo è quello di fare un carico di vitamine che ti serva ad affrontare al meglio le variazioni stagionali, allora l’inverno è il momento migliore per assumerne di più. D’estate, invece, il centrifugato è un’ottima alternativa all’acqua per ripristinare sali minerali e liquidi corporei.
Ci sono varianti che influiscono sulla stagionalità?
Le uniche varianti che influiscono sulla stagionalità dipendono dalla reperibilità. Non ha senso fare centrifugati con frutta e verdura da centrifugare che sia stata preventivamente surgelata, ma è molto meglio utilizzare frutta di stagione.
Anche se ormai le coltivazioni in serra ti consentono di trovare quasi tutto sempre, solo una miscela di frutta e verdura di stagione contiene il massimo delle proprietà salutari e nutritive. Quindi, quando vai ad acquistare la materia prima, cerca sempre la roba che matura naturalmente in quel periodo e evita le ortive coltivate in serra.
Piacciono ai bambini?
Ci sono verdure che sono particolarmente amare e frutti abbastanza aspri. Spesso si tratta di prodotti che uniscono ad un sapore poco gradevole grandi qualità organolettiche e in certi casi anche terapeutiche. Però, se cerchi di propinarle a un bambino, quasi certamente storcerà il naso e finirà con l’odiarle.
Esistono, in alternativa, centrifugati a base di frutta e verdura che hanno un sapore molto gradevole e che possono anche essere adeguatamente dolcificati, magari usando il miele. Ai bambini non serve, tranne che non stiano particolarmente male, propinare erbe amare. Molto meglio equilibrare la loro alimentazione e trovare la maniera di fargli mangiare più frutta e verdura scegliendo tra i centrifugati che piacciono ai bambini.
Quali ingredienti usare perché siano apprezzati dai più piccoli?
Molta frutta contiene zuccheri particolarmente gradevoli, altra invece va dolcificata adeguatamente. Con lo zucchero l’importante è non esagerare, perché toglierlo del tutto, soprattutto ai bambini, non è mai una scelta sana e ragionevole. Tra gli ingredienti da usare perché siano apprezzati dai più piccoli c’è sicuramente il miele, preferibilmente il millefiori, oppure un po’ di zucchero, magari quello grezzo.
Però ci sono dei vegetali che puoi anche mischiare al latte in dosi ridotte, sia di origine animale che vegetale, come il latte di mandorle, oppure un cucchiaio di centrifugato di legumi. Attenzione invece a insaporirli con aromi e spezie, perché il palato di un bambino è molto più sensibile di quello di un adulto e potrebbe reagire in maniera estremamente negativa. Invece, se vuoi migliorarne il gusto, puoi usare qualche goccia di limone oppure del succo di carote.
Poi c’è una regola da non dimenticare ed è quella delle parentele. Ci sono alimenti che stanno bene assieme ed altri i cui sapori contrastano in maniera feroce. Se non sai come mischiare gli elementi vegetali in un centrifugato, allora comincia con un buon ricettario dove gli accoppiamenti sono frutto di consapevolezza e esperienza.
Infine non esagerare mai con le dosi. Infatti per fare un buon centrifugato bastano quantità davvero minime e per darti il massimo della soddisfazione e del piacere è sempre preferibile berlo appena fatto, piuttosto che conservare i resti in frigo e berlo in un secondo momento. Ora cerchiamo di comprendere meglio cos’è un centrifugato e in cosa differisce rispetto ad un estratto.
Differenza tra centrifuga ed estrattore
Chi si avvicina per la prima volta a questo magico mondo spesso fa confusione tra il centrifugato e l’estratto. Entrambi, alla fine, sono dei prodotti ottenuti con alimenti di tipo vegetale, ma cambia radicalmente la maniera di prepararli e l’elettrodomestico da utilizzare. Cerchiamo allora di comprendere qual è la differenza tra centrifuga ed estrattore. Innanzi tutto si tratta di due apparecchi differenti, ciascuno dei quali presenta particolarità positive e negative. Iniziamo dal tracciare una breve descrizione di ciascuna delle due apparecchiature.
La centrifuga e i centrifugati
La centrifuga è un elettrodomestico abbastanza ingombrante ma di grande utilità. Il suo funzionamento è semplice e si basa su un doppio processo di lavorazione degli alimenti vegetali, che inserisci nella camera di lavorazione tramite l’imbuto di raccolta. Questi alimenti vanno prima fatti a pezzetti e poi introdotti nella camera di taglio.
Qui vengono dapprima sminuzzati dalle lame e poi premuti sulle pareti interne dell’apparecchio, grazie alla forza centrifuga esercitata dal motore. Questa pressione fa sì che la parte liquida, insieme alle particelle più piccole, superino la rete filtro e colino dentro il bicchiere di raccolta.
La parte più solida invece rimane nel setaccio e può essere riutilizzata a livello alimentare per realizzare dolci e sformati, oppure riciclata nel compost. La parte che cola nel bicchiere rappresenta il cuore delle risorse alimentari contenute nella frutta e nella verdura da centrifugare, e cioè i centrifugati. La parte che rimane nel setaccio, invece, è formata dai residui e dalle fibre più resistenti e meno digeribili.
Nella centrifuga l’unica forza che agisce sugli alimenti è quella data dalla rotazione più o meno veloce della camera di filtraggio. Il processo di centrifuga è un processo di separazione a caldo. I centrifugati a base di frutta e verdura hanno una consistenza leggera e leggermente schiumosa.
L’estrattore e gli estratti
L’estrattore è un elettrodomestico che spreme letteralmente la frutta da centrifugare e la verdura, tirando fuori da queste combinazioni di frutta e verdura la parte più commestibile. A differenza della centrifuga, l’estrattore agisce sugli alimenti spingendoli con energia verso la parete filtrante, grazie alla forza di una coclea che gira lentamente dentro una camera tronco-conica.
Questo elettrodomestico, proprio grazie all’utilizzo di una forza più consistente, data dalla pressione della coclea sulla parete della camera di filtraggio, è capace di massimizzare la resa estrattiva delle sostanze dai cibi utilizzati. Per questa ragione, se devi estrarre il succo di un alimento particolarmente consistente, l’estrattore risulta molto più efficace.
In compenso l’apporto di fibre meno digeribili è decisamente più alto. Dentro l’estrattore non rimane nulla, perché espelle all’esterno sia il succo che i residui. Il succo, che cola dalle pareti esterne del filtro, rappresenta l’estratto e finisce nel bicchiere. I residui invece si accumulano in un contenitore man mano che l’estrattore lavora.
I residui della lavorazione di quest’apparecchio sono meno commestibili di quelli che puoi recuperare dalla centrifuga. Essi, infatti, vanno messi direttamente nel compost oppure, dopo essere stati trattati adeguatamente, possono servire come base per i distillati. Nell’estrattore la forza che agisce sugli alimenti è quella fornita dalla pressione più o meno energica della coclea dentro la camera di filtraggio.
Il processo di estrazione è un processo di separazione a freddo. Gli estratti hanno una consistenza corposa, densa e omogenea.
Quale apparecchio conserva meglio le vitamine
La differenza più evidente tra i due sistemi riguarda la temperatura alla quale vengono sottoposti gli alimenti vegetali.
Mentre la centrifuga, a causa della sua velocità di rotazione, spinge il cibo a temperature abbastanza elevate, l’estrattore, girando ad una velocità molto bassa, sviluppa calore solo per compressione. Quindi i succhi della centrifuga, rispetto a quelli ottenuti con la compressione, potrebbero essere parzialmente compromessi dalla temperatura. Una cosa che potrebbe far perdere loro una parte dei valori nutritivi e le vitamine più volatili come la “C”. Questa, almeno, è la tesi di alcuni alimentaristi sostenitori dell’estrazione a freddo, considerata più naturale e salutare. Ma c’è da considerare che questa eventuale perdita, se il succo viene consumato fresco, è molto bassa.
Inoltre i test fatti presso i laboratori dell’Unione Italiana Consumatori dai loro stessi analisti, per capire quale modalità conserva meglio le vitamine, hanno evidenziato una differenza pressocché inesistente su due alimenti tipo, tra l’altro abbastanza differenti tra loro, come l’arancia e la carota. In ambedue gli esperimenti, infatti, la presenza delle vitamine e degli altri elementi nutritivi risultava praticamente uguale, sia che fossero stati ottenuti con la centrifuga che con l’estrazione.
Differenza tra centrifugati e succhi di frutta e spremute
Chi ama i succhi vegetali spesso tiene in cucina sia la centrifuga che un piccolo estrattore, per non parlare dello spremi agrumi. Questo perché la differenza tra i centrifugati, i succhi di frutta e le spremute dipende soprattutto dalle circostanze.
Innanzi tutto, anche se il centrifugato riesce a raccogliere un maggior numero di sostanze nutritive, l’effetto schiuma dato da questo tipo di processo non sempre risulta particolarmente gradito. Poi il succo di alcuni frutti, come gli agrumi e i melograni, può essere raccolto in maniera più conveniente con un normale spremi agrumi. Quindi a freddo, più velocemente e senza mettere in mezzo la centrifuga. Infine c’è da considerare il risultato che può consentirti l’uso di un estrattore, perché anche con questo elettrodomestico puoi ottenere degli ottimi succhi di frutta e succose spremute.
In pratica ci sono delle verdure particolarmente resistenti che è meglio trattare con un estrattore ed altre talmente delicate che sei obbligato a usare la centrifuga, regolando la sua velocità al minimo. E poi c’è la frutta morbida, che in molti casi è preferibile centrifugare, a meno che non sia particolarmente ricca di fibre.
Quindi la differenza tra i centrifugati, i succhi di frutta e le spremute dipende soprattutto dalla verdura da centrifugare che scegli e dal risultato finale che vuoi ottenere. Infatti, mentre il centrifugato è più leggero, fresco e arioso, ed ha un sapore più delicato, i succhi e le spremute ottenute con l’estrattore sono più corposi, saporiti e omogenei.
Succhi centrifugati sono validi?
Chi ama le spremute a volte si chiede se i succhi centrifugati sono validi altrettanto, almeno dal punto di vista nutritivo. L’efficacia di un buon centrifugato dipende dalla freschezza del prodotto che usi per ottenere il succo e dalla velocità con la quale lo frulli. Per il resto, essendo più delicato di un estratto a freddo, probabilmente possiede una quantità leggermente minore di elementi nutritivi, ma è decisamente più leggero e digeribile.
Quindi i succhi centrifugati sono validi quanto gli estratti e spesso sono anche più gradevoli come gusto.
Cosa li rende più buoni e salutari?
I centrifugati a base di frutta e verdura rappresentano un pieno di salute. Ma per comprendere cosa li rende più buoni e salutari devi considerare alcuni fattori che non sempre sono immediatamente intuibili.
La prima cosa da valutare è la ricchezza di alimenti contenuti in un centrifugato. Infatti, a differenza di un normale succo, in un centrifugato puoi mischiare quasi di tutto, perché alla fine è la forza centrifuga a selezionare cosa finisce nel bicchiere e cosa invece no.
Per questa ragione un centrifugato ben fatto ed elaborato sapientemente rappresenta un pieno di salute e di energia non indifferente, racchiuso in un semplice bicchiere.
Poi c’è da mettere nel conto anche cosa passa e cosa no. Infatti, mentre sotto la spinta vigorosa della coclea di un estrattore, puoi tirare fuori ogni singola briciola di succo da qualsiasi verdura, con la centrifuga passano solo le parti più delicate. Infatti le fibre, meno piacevoli anche come gusto, rimangono impigliate nel filtro.
Ovviamente la scelta più salutare e genuina è quella di consumare il centrifugato appena fatto, ma può capitare che alcune verdure, soprattutto se combinate insieme, debbano essere centrifugate in quantità. Oppure che preferisci preparare al mattino anche le dosi che ti serviranno durante l’arco della giornata. In questo caso dovrai attrezzarti per poterli conservare senza che perdano le loro caratteristiche.
Come preservare la loro qualità
Se vuoi avere una scorta di centrifugati sempre disponibile da sorseggiare ogni volta che ne senti il desiderio o la necessità, allora dovrai essere in grado di poterli conservare in maniera efficace, senza perdere il gusto, la freschezza e soprattutto la capacità nutritiva. Vediamo come preservare la loro qualità in modo da avere una scorta di centrifugati sempre disponibile.
Il centrifugato, come tutti i succhi a base di frutta e verdura, ha una tendenza particolarmente spinta all’ossidazione, per cui devi evitare il più possibile che venga a contatto con l’aria. Considera che, a meno di non attivare un processo di surgelamento, un centrifugato, anche se è ben conservato senz’aria e in frigo, non resiste più di due-tre giorni. A questo punto devi decidere cosa fare del tuo centrifugato e agire di conseguenza.
Se lo devi conservare in frigo puoi semplicemente metterlo in una bottiglia, avendo cura di estrarre l’aria con un estrattore per vino prima di tapparlo.
Se invece lo devi portare dietro, la soluzione ideale è un termos o la borsa frigo. In questo caso, soprattutto se lo devi condividere con la famiglia o con gli amici, lo puoi mettere in un barattolo di vetro con il coperchio a vite. Però, qualsiasi contenitore decidi di utilizzare, cerca di fare il possibile per tapparlo quando è colmo in modo da evitare che rimanga dentro dell’aria.
Se invece hai deciso di surgelarlo, allora devi usare un sacchetto per alimenti con la valvola per il sottovuoto, aspirare l’aria e metterlo nel surgelatore appena fatto.
Per migliorare la capacità naturale del centrifugato di conservarsi integro, ci puoi aggiungere della pectina di limone oppure del miele. Ambedue sono degli ottimi conservanti naturali. A questo punto non ti rimane che scegliere cosa centrifugare.
La scelta dei componenti
Che differenza abissale tra la scelta di qualche pezzo di frutta semplicemente da frullare e il momento importante e solenne in cui si decide cosa mettere dentro la centrifuga. La miscela di frutta e verdura da centrifugare è sempre un attimo di magica concentrazione, dedicato a scegliere i sapori e gli aromi da mischiare, in modo da ottenere un centrifugato unico.
Infatti solo grazie alle tecniche di sminuzzamento e centrifuga puoi ottenere dei succhi così particolari, ariosi e profumati. Succhi dai quali si sprigioni l’aroma della menta e dell’arancia, insieme a sedano, carota e pomodoro. Piccole opere d’arte da servire appena estratte, condite con olio, pepe e sale, e una foglia di basilico fresco in cima. Un trionfo di profumi e gusto unico, ma non soltanto, se pensi anche all’apporto benefico di ciascuno dei componenti. Vediamo.
La sola arancia è capace di riempire il centrifugato di una buona dose di antiossidanti e di vitamina C. Poi c’è la capacità digestiva e rinfrescante della menta, le proprietà diuretiche e antigonfiore intestinale del sedano e il potere di riattivare il sistema immunitario delle carote. Il fosforo, il potassio e la vitamina K ti vengono fornite dai pomodori, grandi amici del cuore e della circolazione sanguigna. E c’è anche l’olio, ottimo contro il colesterolo alto e le ulcere dell’apparato digestivo. Senza contare, infine, l’effetto lassativo del sale, digestivo del pepe e antinfiammatorio del basilico.
Ma se non vuoi lambiccarti il cervello non c’è niente di meglio che andare sul sicuro, soprattutto come accoppiamento e dosi, rivolgendo la tua attenzione ad un pratico ricettario.
Alcune ricette comuni
Tra le ricette classiche che puoi trovare su un buon ricettario ci sono alcune ricette comuni, realizzate con i gusti più gettonati, come pesca, fragola e anguria se sei in piena estate, oppure la classica ACE, fatta con arancia, carota e limone.
Poi c’è il centrifugato ai frutti rossi, mirtilli, lamponi e susine, dal grande potere drenante. Infine ci sono i centrifugati verdi disintossicanti, a base di cetriolo, mela verde e zenzero, oppure kiwi, mela e arancia. Con il kiwi c’è anche il centrifugato al basilico e carota, davvero molto buono.
Un altro gusto molto gettonato è mela rossa e carota, con l’aggiunta di menta e qualche goccia di spremuta di pompelmo. E infine il centrifugato classico con pomodoro e sedano, per chi vuole dissetarsi a zero calorie.
Ovviamente bere un centrifugato non è un gesto dettato solo dal gusto o dal piacere, ma anche dalla necessità di sentirsi meglio e dare al proprio corpo una sorsata di benessere. Per questa ragione chi sceglie di far da sé il proprio centrifugato ama conoscere le proprietà salutari degli ingredienti che usa.
Diamo un’occhiata, allora, a questo interessantissimo aspetto degli ingredienti dei centrifugati, analizzando in dettaglio i loro benefici, anche per poter scrivere un tuo personale ricettario.
Ingredienti base e relativi benefici-proprietà
Una delle maniere migliori per capire quanto bene fanno i centrifugati è quella di analizzare i loro ingredienti base e relativi benefici-proprietà di ciascuno. Ci sono centrifugati, infatti, che posseggono proprietà linfodrenanti e vengono consigliati per combattere la cellulite. Oppure dei mix di frutta e verdura che riescono a ritardare l’invecchiamento delle cellule e sono considerati degli ottimi antiage. Poi ci sono delle erbe i cui centrifugati vengono consigliati, senza però che ci sia una convalida sperimentale e scientifica, per contrastare lo sviluppo delle cellule tumorali e, ancora peggio, le metastasi avanzate.
È pur vero che gli estratti di alcune piante grasse hanno capacità antiossidanti elevate e altre riescono a sollecitare le autodifese immunitarie, rigenerando anche il microbioma. Però l’uso di questi centrifugati, che può essere un ottimo coadiuvante delle terapie mediche, non può mai diventare un sostituto credibile, soprattutto in mancanza di risultati che siano stati comprovati dalla sperimentazione scientifica. Intanto diamo un’occhiata agli ingredienti più ricercati proprio a causa del loro effetto.
Ingredienti antiossidanti
Gli ingredienti antiossidanti sono quelli che bloccano il deterioramento delle cellule dovuto ad una sovraproduzione di elementi ossidanti, i cosiddetti radicali liberi. Di elementi in natura che posseggono queste proprietà ce ne sono tanti, alcuni più efficaci, altri meno. Tra le vitamine, ad esempio, ci sono la “C”, la “B2” e la “E”. Tra gli elementi, invece, ci sono rame, zinco e selenio. Tutti i vegetali che ne posseggono una dose cospicua sono considerati antiossidanti. Quindi una delle ragioni che spinge gli amanti dei centrifugati ad assumerli è proprio la capacità antiossidante che alcuni mix di frutta e verdura sono capaci di sviluppare.
È ben noto, ad esempio, che gli agrumi sono molto ricchi di vitamina C. Per questa ragione i centrifugati che contengono agrumi sono considerati tra i più ricchi di ingredienti antiossidanti. Oltre agli agrumi però ci sono tanti altri alimenti vegetali che posseggono queste proprietà. Tra questi c’è il melograno, che è possibile sia centrifugare che spremere. I frutti di bosco hanno anch’essi proprietà antiossidanti in abbondanza, insieme alle albicocche, al mango e all’uva. E poi ci sono le bietole, i pomodori, gli spinaci e le carote.
Ingredienti energizzanti
Gli ingredienti energizzanti rappresentano un altro degli obiettivi dei consumatori abituali di centrifugati. Si tratta di cibi che servono a reintegrare le forze quando si fa un’attività fisica particolarmente stressante oppure quando ci si dedica ad un lavoro pesante. Tra gli ingredienti energizzanti trovi innanzi tutto molta della frutta secca, come mandorle, noci, nocciole, arachidi ed anacardi, insieme a verdura ricca di ferro.
Però è sempre meglio non eccedere con le quantità perché sono frutti oleaginosi che, se non vengono smaltiti dal fisico, possono concorrere all’accumulo dei grassi. Appartengono alla stessa famiglia anche il caffè, il tè e la cioccolata. Questi cibi attivano adrenalina e noradrenalina nel corpo e alzano il livello di allerta a livello cerebrale.
Tra le erbe, invece, sono molto usate alcune piante definite adattogene, capaci di aumentare la resistenza allo stress. Tra queste c’è il ginseng, il guaranà, la rhodiola, l’eleuterococco, tutte molto usate per superare i momenti di stanchezza durante l’attività fisica, lo studio o il lavoro.
Ingredienti disintossicanti
Gli alimenti vegetali ricchi di ingredienti disintossicanti vengono usati soprattutto per disintossicare l’organismo in genere e anche a disintossicare l’intestino. Meglio conosciuti come centrifugati detox, gli alimenti che appartengono a questa categoria puntano soprattutto a riparare l’apparato gastro-intestinale, il cui corretto funzionamento è alla base della pulizia di tutto l’organismo. Per questa ragione dentro ai centrifugati detox trovi tutti gli ingredienti in grado di intervenire sul tratto digestivo, sia dal punto di vista della riparazione dei tessuti che dell’alleggerimento dei blocchi intestinali.
Quindi buona parte di questi centrifugati sono a base di frutta morbida, come mele e pere, insieme a verdura lassativa e rigenerante, come gli spinaci e i cavolfiori. E vanno bene anche i peperoni e i cetrioli. Il loro effetto spesso non è solo quello di disintossicare l’organismo ma anche di rendere più liscia e luminosa la pelle e di nutrire il cuoio capelluto e rinforzare capelli. L’uso di questi centrifugati è da consigliare soprattutto dopo le feste o gli eccessi alimentari, ma prendere l’abitudine di assumere un bicchiere di centrifugato detox almeno un paio di volte a settimana è un’ottima maniera per tenersi puliti e in forma.
Alcune ricette più originali
Che un bicchiere di centrifugato ti venga servito con una bandierina in cima o con un ombrellino ci sta, ma si può parlare di piacevole sorpresa solo se il sapore arriva a lasciarti stupefatto. Alcune ricette, più originali delle solite, certamente potrebbero sortire questo effetto, soprattutto se dall’aspetto magari ti sembra un centrifugato con frutta come un altro.
Il “Thai Mango”, ad esempio, è a base di mango e panna montata, con latte fresco, yogurt e limone, il tutto annaffiato da zucchero liquido. Sembra più un dessert ma, a parte la panna aggiunta alla fine come guarnitura, è un vero e proprio centrifugato.
Ecco gli ingredienti: 4 manghi maturi a dadini, 330 ml di latte liquido, 3 cucchiai di zucchero, 2 cucchiai di yogurt bianco panna, fette di mango per guarnire, 2 manghi maturi a dadini, 2 cucchiai di succo di limone, zucchero liquido (a piacere) e come crema 200 ml di panna montata.
Poi c’è il centrifugato “melone, mela e cannella”, altrettanto semplice ma di sicuro effetto. Per farlo servono 250 grammi di melone giallo, 4 mele imperatore e 1 cucchiaino di polvere di cannella tritata finemente. Infine puoi anche ottenere un centrifugato antiossidante e depurativo dal sapore davvero originale mischiando la barbabietola, gli spinaci e la pera. Davvero unico.
Componenti aggiuntive
La maniera migliore per godere appieno di un centrifugato è quella di unire agli elementi di base delle componenti aggiuntive, in modo da godere anche di benefici di tipo curativo. Alcuni di queste componenti possono essere aggiunte durante l’operazione di centrifuga, altre invece è preferibile metterle nel centrifugato già pronto. Vediamo le più usate.
Collagene in polvere
Il collagene è una proteina che migliora la struttura dei tessuti e ritarda l’invecchiamento della pelle. La polvere di collagene si combina perfettamente con l’alimentazione vegetale e va aggiunta ai centrifugati dopo che sono stati versati nel bicchiere.
Matcha
Uno degli alimenti che contiene il maggior numero di antiossidanti è proprio il tè Matcha. Un tè verde che puoi acquistare in polvere finissima e solubile in acqua calda. Anche il tè Matcha può essere aggiunto ai centrifugati e ottenere grandi benefici, soprattutto a livello di stimolo mentale. Ti basta aggiungere un cucchiaino per ogni bicchiere di centrifugato e mescolarlo al mix di frutta e verdura, prima di berlo.
Olio di cocco
L’olio di cocco è un eccezionale antinfiammatorio ed è capace anche di stimolare le funzioni cerebrali. Tra l’altro la forte presenza dell’acido laurico riduce la crescita delle cellule cancerogene in un organismo che è già stato aggredito. Puoi anche aggiungere al centrifugato qualche pezzo di cocco, scegliendolo tra le parti meno coriacee.
Acqua di cocco
L’acqua di cocco è una bevanda naturale dalle notevoli proprietà nutritive, oltre ad essere molto ricca di potassio e citochine. Il potassio è perfetto per reintegrare i sali persi durante un allenamento pesante o una abbondante sudata. Le citochine invece sono ormoni vegetali che ritardano l’invecchiamento delle cellule umane. Anche l’acqua di cocco va aggiunta al centrifugato già pronto.
Probiotici
I lattobacilli e gli altri probiotici sono fondamentali sia per l’intestino che per le difese immunitarie. Regolano la digestione, arricchiscono le colonie di bacilli intestinali e riparano i danni dovuti all’assunzione degli antibiotici. Li puoi aggiungere senza problemi alla frutta e verdura da centrifugare, migliorando sia la resa che il gusto.
I valori del pompelmo
Molti centrifugati hanno il pompelmo tra le componenti. Il pompelmo è un agrume che puoi mangiare a fette, spremere e centrifugare con grande facilità. È un frutto molto amato perché è ricco di vitamine A, B e C, insieme ai flavonoidi. Le sue fibre agevolano la digestione intestinale e il suo succo è un valido stimolatore delle funzioni epatiche. Ottimo anche per l’apparato cardio-vascolare, il centrifugato di pompelmo è carico di sali minerali, fosforo, calcio, magnesio e potassio. Il pompelmo combatte anche la cistite, grazie alle sue capacità antibatteriche.
Tra le altre curiosità, che riguardano questo frutto, c’è anche l’abitudine tradizionale di mettere qualche goccia del suo succo nel caffè nero, per combattere il mal di testa.
Perché usare le verdure crude
Anche se la centrifuga non ha la potenza dell’estrattore, le verdure usate per i centrifugati vengono aggiunte crude. Ciò perché usare le verdure crude serve a non perdere tutte le sostanze nutritive, che invece si dissolvono con la cottura. Una parte di esse, infatti, rimane nel brodo della bollitura, mentre le più delicate si volatilizzano nei fumi appena superi la temperatura di 40 – 50 gradi. Le verdure crude, invece, mantengono inalterate le loro proprietà organolettiche e le trasferiscono per intero nel centrifugato.
Ciò non toglie però che qualcuno, soprattutto se soffre di colite, potrebbe risentirne. Ovviamente il succo delle verdure crude, dopo il trattamento in centrifuga, è più digeribile della verdura al naturale. Ma questo non gli impedisce di essere meno irritante per le mucose, oltre che fermentare nell’intestino creando stati di malessere e tensione in coloro che ne soffrono.
Per tutti coloro che invece traggono beneficio dalle fibre, soprattutto in caso di blocco della digestione, i centrifugati di verdure crude sono di maggiore aiuto. Ciò perché, quando cuoci le verdure, perdi più della metà delle antocianine insieme alla vitamina C. Inoltre i folati, contenenti vitamina B9, in cottura si volatilizzano quasi per intero.
Le doti di un "centrifugatore doc"
Se vuoi un centrifugatore da usare con una certa frequenza, cosa che è indispensabile se hai deciso di regalarti un sorso di salute ogni giorno, allora devi prendere un elettrodomestico resistente e di buona qualità. Però, se hai voglia di sperimentare, allora devi scegliere un modello che ti dia la possibilità di spaziare con la fantasia, tra combinazioni alternative e funzioni extra.
Le doti di un centrifugatore doc possono davvero essere molteplici. Innanzi tutto considera che alcuni alimenti non possono essere centrifugati con una macchina normale. Si tratta di alimenti vegetali particolarmente resistenti come le carote, il sedano, la frutta più soda e quella che, per mantenere le vitamine, è preferibile non sbucciare. Un buon centrifugatore doc invece è in grado di centrifugare anche questi alimenti, dandoti il massimo della resa. Ciò ti permette di avere una scelta più ampia di prodotti da sfruttare per il tuo centrifugato e di evitare di togliere la buccia a mele e pere.
La possibilità di mettere nella centrifuga anche la buccia non è solo una comodità ma anche una cosa molto importante. Ciò perché, in quasi tutta la frutta da centrifugare, è la buccia che contiene la parte più consistente delle vitamine. Poi in questi modelli c’è anche l’espulsore dei resti.
Una caratteristica estremamente utile perché ti evita di toglierli a mano mentre lavori e dà la possibilità ai filtri di rimanere liberi e di lasciare passare più fluidamente il succo. Ovviamente si tratta di modelli più costosi, ma sono totalmente costruiti in acciaio, molto maneggevoli, pulibili col massimo della facilità e capaci di reggere una mole di lavoro notevole.
E poi ci sono anche dei modelli di nuova generazione, che montano motori particolarmente potenti. Si tratta di macchine in grado di centrifugare a grande velocità e di espellere interamente i residui, attaccati al filtro del cestello, innestando la modalità turbo. Ovviamente sono tutte apparecchiature che si smontano e si puliscono senza problemi.
Quali sono i frutti considerati "buoni"
La centrifuga ha il compito di tirar fuori dai frutti soprattutto la parte liquida. Per questa ragione, se ti stai chiedendo quali sono i frutti considerati "buoni" da centrifugare, la risposta più logica è che devi scegliere i frutti più morbidi e succosi e orientarti verso la frutta fresca di stagione.
Quindi vanno bene le pere, le mele, gli ananas, meloncini e meloni, uva, melograni e agrumi in genere. Ovviamente dovrai rimuovere la buccia dei frutti che l’hanno spessa o coriacea e togliere i noccioli alle pesche, le susine e le ciliegie.
Invece non è consigliabile centrifugare, a meno che la macchina non abbia caratteristiche particolari, i frutti ricchi di amido, come le banane, il mango, l’avocado, i fichi e la papaya. Questi frutti infatti sono troppo resistenti e riusciresti a estrarre solo un po’ di succo e gettare via la parte più nutriente. Molto meglio frullarli a parte e aggiungerli separatamente come crema, per migliorarne il sapore.
Quali sono le verdure che possono apportare un "tocco in più"
Nei centrifugati, oltre alle verdure classiche e alla frutta di stagione, si possono aggiungere dei componenti, sempre di tipo vegetale, che conferiscono al centrifugato un sapore particolare. Vediamo allora quali sono le verdure che possono apportare un "tocco in più" o almeno le più conosciute.
Zenzero
Lo Zenzero è una radice dal sapore pungente e piccante, conosciuto soprattutto per le sue proprietà digestive. Ma lo zenzero è anche depurativo, antireumatico e disinfiammante delle mucose gastro-intestinali. L’uso regolare di centrifugati allo zenzero abbassa la pressione sanguigna, riduce il reflusso gastrico e calma la nausea.
Carota viola
La Carota viola è ricca di antociani, flavonoidi presenti soprattutto nei frutti di bosco, nei frutti rossi e nei mirtilli. La carota viola è benefica per gli occhi, efficace contro artrite e asma, aiuta a ricostruire le difese immunitarie ed è ricca di elementi antiossidanti.
Patata dolce
Conosciuta anche come Patata Americana, la Patata dolce è un ottimo alimento da centrifugare. Un tubero dal bassissimo apporto glicemico, ricco di vitamine e minerali. Perfetta per chi soffre di diabete, la patata dolce aiuta a contenere il livello del colesterolo e le sue fibre sono efficaci contro la stipsi. Il suo uso però è sconsigliato per chi fa uso di diuretici.
Cetriolo
Dato il suo alto contenuto di liquidi il Cetriolo è perfetto per essere centrifugato. Il cetriolo è innanzi tutto ricco di fosforo, potassio e manganese e il suo succo contiene tutto il gruppo vitaminico B, la vitamina C e la K. Il cetriolo è una verdura da centrifugare dietetica e disintossicante per eccellenza, diuretica e antistress. Ottima anche per combattere il gonfiore intestinale.
Frutto della passione
Del Frutto della passione, conosciuto anche come Maracuja, puoi centrifugare la polpa. La polpa del Frutto della passione è particolarmente profumata, il suo sapore è dolce e l’effetto delle bibite di Maracuja è decisamente rinfrescante. La Maracuja è ricca di sali minerali, fibre, vitamine ed ha proprietà immunostimolanti, antianemiche e antinfiammatorie. Questo frutto è anche efficace contro la stipsi, disturbi del colon, gonfiore e meteorismo.
Quanto zucchero si mette?
Quanto zucchero si mette nei centrifugati dipende da cosa ci metti dentro. Se il centrifugato è con frutta di stagione, soprattutto quella estiva o autunnale, allora è già più che ricco di zuccheri di suo e non è il caso di aggiungerne dell’altro. Se invece ci metti delle verdure e il tuo obiettivo è quello di disintossicarti, allora anche in questo caso è meglio che lo mandi giù senza zuccheri aggiunti. Se invece lo devi fare bere ad un bambino ed è troppo amaro, allora puoi mettere un cucchiaino di zucchero oppure di miele liquido.
Considera che ormai anche le case produttrici di centrifugati industriali hanno tolto dalle loro bibite lo zucchero o lo hanno sostituito con delle erbe dolcificanti, come la stevia. E, infine, se quello che vuoi è anche dissetarti, non dimenticare che la bibita più è zuccherata più ti fa venir sete. In ogni caso, se al centrifugato aggiungi della crema, ricavata da un frullato a base di latte o di yogurt, già ci sarà stato aggiunto dello zucchero e non è il caso di metterne dell’altro.
La lista dei centrifugati
Quando inizi a fare uso della centrifuga, la cosa più frequente è che la metti in moto con frutti e verdure differenti, per provare anche dei centrifugati dai sapori particolari. È un periodo che puoi serenamente considerare sperimentale, durante il quale ti succederà di indovinare splendidi miscugli come di ottenere risultati deludenti. La cosa migliore, fin dai primi esperimenti, è quella di tenere una lista dei centrifugati. Una specie di ricettario sul quale annotare, volta per volta, ingredienti, dosi e, soprattutto, la riuscita.
Una lista che ti tornerà utilissima quando deciderai di rifare quel centrifugato che ti è piaciuto particolarmente oppure di non rifare lo stesso errore di qualche giorno addietro. L’utilità della lista dei centrifugati però non è solo quella di appuntare gli ingredienti dei succhi più riusciti, ma anche quella di controllare gli eventuali effetti, positivi o negativi, sulla digestione e sul fisico. Può capitare infatti che qualche componente ti crei dei malesseri o che scateni qualche reazione allergica. Infatti, quella che hai appena preso, può anche essere la verdura da centrifugare migliore e più benefica del mondo ma, se ti fa star male, allora non è il caso di tornare a usarla.
Quanto tempo si possono conservare in frigo?
I centrifugati, come tutti gli alimenti vegetali, tendono naturalmente ad ossidarsi quando vengono a contatto con l’aria. Questo fenomeno dipende dalla fenolasi che, appena la frutta da centrifugare viene incisa, si lega all’ossigeno e crea quello strano imbrunimento che indica che il processo di ossidazione è in atto. Il processo di ossidazione non solo annerisce i vegetali, ma toglie loro gran parte delle proprietà nutritive e benefiche. Una delle soluzioni, per rallentare questo fenomeno, è proprio quella di abbassare la temperatura.
Quindi devi versare il centrifugato in un contenitore adatto, privarlo dell’aria e metterlo dentro al frigo di casa. Per quanto tempo esso si conservi in buono stato non è facile da definire con precisione. Ciò perché ogni elemento ha i suoi tempi di ossidazione, che variano in maniera consistente, in ciascuno di essi.
L’arancia, ad esempio, ha un tempo di ossidazione medio, ma perde la metà del suo valore antiossidante, insieme alla vitamina C, appena la apri e la esponi alla luce. La mela diventa scura in pochi minuti, invece ci sono verdure che reggono bene anche parecchi giorni. Quindi per quanto tempo si possono conservare in frigo i centrifugati a base di frutta e verdura dipende da quello che c’è dentro, da quanto tempo sono stati fatti e da quanto efficacemente sei riuscito a togliere l’aria dal barattolo. Il che vuol dire che se devi mettere il centrifugato in frigo lo devi fare quando è appena estratto e il più velocemente possibile. Detto ciò, il tuo centrifugato può rimanere bevibile tre giorni, oppure qualche ora. Però, se vuoi una regola che possa andare bene per tutti i centrifugati, allora è meglio, per berlo ancora fresco, che lo consumi in giornata.
Come fare per conservarli nel migliore dei modi possibili
Ovviamente esistono anche delle regole su come fare per conservarli nel migliore dei modi possibili. La prima è quella di mixare alimenti che abbiano dei tempi di ossidazione simili. Ciò eviterebbe che il deterioramento, all’interno del centrifugato, si possa sviluppare con tempi differenti. Poi devi lavare molto bene il contenitore che dovrà ospitare il centrifugato, evitando che possano esserci residui di conserve precedenti in grado di fermentare e innestare il deterioramento in tempi più brevi.
Infine devi essere anche certo che si sia asciugato a perfezione. A volte l’acqua, mischiata successivamente al centrifugato, può concorrere a guastarlo. Un altro espediente, che può aiutarti a conservare i centrifugati, è l’aggiunta di un conservante naturale come qualche goccia di succo di limone o della pectina. Anche il miele è un ottimo conservante, ma ne devi aggiungere una discreta quantità. Un’altra cosa molto importante, per aumentare i tempi di conservazione, è quella di tagliare le combinazioni di frutta e verdura immediatamente prima di metterli nella centrifuga. Un’operazione da effettuare a mano, avendo l’accortezza di utilizzare delle lame non metalliche, in vetro o in ceramica. E, infine, è sempre meglio non sbucciare la frutta da centrifugare, perché così si conserva più a lungo.
I tipi di centrifuga migliori
Il principio secondo il quale viene realizzata una centrifuga alimentare è semplice. C’è un cestello dentro il quale finisce l’alimento tritato e questo cestello è collegato ad un motore che lo fa girare più o meno velocemente. La velocità spinge gli alimenti verso le pareti del cestello a causa della forza centrifuga. Le pareti del cestello sono forate, fanno da filtro e lasciano trasudare i liquidi che hanno la densità sufficiente ad oltrepassarle. Il resto rimane nel cestello e rappresenta la parte degli scarti. Maggiore è la velocità, maggiore è la forza centrifuga che si crea e che spinge gli alimenti sulle pareti filtro.
Ciò vuol dire che più aumenti la velocità più succo viene estratto. Questa caratteristica già da sola ti permette di selezionare differenti tipi di centrifuga. Innanzi tutto ci sono le centrifughe a basso regime di giri, le idro-estrattrici, che servono semplicemente per asciugare gli alimenti, come le verdure dopo che sono state lavate o il pesce decongelato. Queste centrifughe non hanno variatore di velocità. In molti casi si tratta di modelli manuali o centrifughe che montano un motore con una potenza ridotta.
Poi ci sono i tipi di centrifuga migliori che ti permettono di estrarre il succo dagli alimenti. Queste macchine per fare centrifugati sono dotate anche di lame, per cui la frutta e le verdure che ci metti dentro prima vengono sminuzzate e solo dopo spinte verso le pareti filtro dalla forza centrifuga. In queste centrifughe c’è un motore più potente e un variatore che ti permette di scegliere almeno due velocità. Quella più bassa serve per la frutta più morbida e delicata, quella più veloce invece, siccome crea una spinta maggiore, va usata per le verdure e la frutta più coriacea.
Infine la qualità di una centrifuga la si riconosce anche dagli accessori e da come è costruita. Alcune macchine sono semplici accessori da montare su un robot da cucina tuttofare, altre invece, decisamente più efficienti, fanno solo da centrifuga ed hanno molti accorgimenti che le rendono decisamente più funzionali, dal raccogli-bucce al salvagocce. Solo tra questi puoi trovare i tipi di centrifuga migliori.
Il tramonto del Bimby. Esistono valide alternative?
A proposito di macchine multifunzioni che fanno anche da centrifughe non si può fare a meno di citare il Bimby, una cooking machine che ha fatto da capostipite a questa nuova maniera di concepire la cucina, ma che oggi vede spuntare sul mercato anche delle alternative interessanti. E questo per due ragioni. La prima che il Bimby è comunque una macchina multifunzione che, come è prevedibile, non riesce ad eccellere in tutto. La seconda è che tra le funzioni nelle quali è meno versatile ci sono sia gli impasti che la centrifuga.
Quindi, almeno per quello che riguarda la centrifuga, a prescindere dall’attuale tramonto del Bimby, esistono valide alternative sia per fare gli impasti, con delle ottime planetarie, che macchine per fare i centrifugati ai limiti del professionale o del livello bar.
Per quello che riguarda le cooking machine, infatti, esistono ottime soluzioni della Moulinex, della Imetec e della stessa Chicco. Per quello che riguarda invece l’aspetto centrifuga ci sono ottimi modelli della Braun e della Philips, insieme ad altre marche altrettanto interessanti.
Differenze e caratteristiche principali dei competitor
Le differenze e caratteristiche principali dei competitor nel settore delle centrifughe si concentrano soprattutto sulla facilità di smontaggio e pulizia, la qualità dei materiali, la potenza del motore e la possibilità di regolare la velocità della centrifuga.
Lo smontaggio e la pulizia sono caratteristiche fondamentali per una macchina che usi ogni giorno, perché pesano soprattutto sul tempo che impieghi. In questo contano anche i materiali, perché quando buona parte dei componenti che devi pulire sono in acciaio, allora li puoi mettere tranquillamente in lavastoviglie, fai meno fatica e ti sbrighi in un attimo.
Poi c’è da mettere in conto la potenza del motore, che è una caratteristica che certamente influisce sul costo, ma che ti permette di centrifugare molti più prodotti. Pesa moltissimo anche la possibilità di scegliere tra più velocità di centrifuga. Una peculiarità che ti permette di ottenere centrifugati sempre delicati, leggeri e privi di scorie.
Infine c’è da considerare, soprattutto se fai centrifugati per tutta la famiglia, che quella che ti serve è una macchina per fare centrifugati che sia capace anche di lavorare una buona quantità di frutta e verdura.
La capienza: quanta frutta entra
La capienza e cioè quanta frutta entra nel bicchiere di lavorazione è una caratteristica che ti torna utile solo se devi ottenere una grande quantità di centrifugato. Innanzi tutto non devi dimenticare che la frutta, prima di essere centrifugata, viene sminuzzata dalle lame e solo dopo spinta verso la rete del cestello. Quindi se ti serve più succo, in relazione al numero di persone che la berranno, devi scegliere una centrifuga che abbia un cestello più capiente e una caraffa più grande, almeno da 1,5 litri.
La sola capienza del cestello però non basta a garantirti una quantità maggiore di centrifugato. Infatti anche il motore deve essere adeguato ed avere la potenza sufficiente a far ruotare un cestello particolarmente pieno e pesante. Quindi, se vuoi una centrifuga che sia capace di tirare fuori più succo del normale, allora dovrai scegliere un modello che monti un motore potente, che sia almeno da 900 o da 1000 Watt.
Fattori che rallentano la cura della colite
Esistono infatti diversi fattori che possono scatenare la colite, fattori che possono anche rallentare la cura stessa di questa patologia.
La necessità di curare e di tenere sotto controlla la colite deriva dalla natura stessa di questa patologia, che finisce per provocare non solo sintomi come gonfiore o senso di pesantezza, ma anche e soprattutto forti dolori addominali, rendendo difficile se non impossibile compiere le azioni tipiche di una qualsiasi giornata.
Una vera e propria minaccia per la nostra salute, fisica e mentale: soffrire di colite può infatti dare la sensazione di vivere con una spada di Damocle, colpendo quindi anche psicologicamente la persona che ne è affetta.
Analizziamo insieme quali possono essere i fattori in grado di rallentare la cura della nostra colite, ovvero tutte quelle condizioni che possono costituire un ostacolo alla piena guarigione.
Curare la colite, questione di volontà
Curare la colite è una vera e propria questione di volontà. Non solo perché bisogna essere attenti alle medicine che ci vengono consigliate e indicate dal medico o agli integratori consigliati dal naturopata, ma anche perché è fondamentale una dieta adeguata.
Si tratta quindi di ridisegnare la nostra alimentazione, vera e propria base della nostra salute. Una dieta disintossicante è tra le prime indicazioni che vengono date per chi segue un naturopata e soffre di colite, evitando alimenti che possono dare fastidio al colon, come il lievito, suo acerrimo nemico. Se si soffre di colite purtroppo non ci si può permettere, ad esempio, di essere molto golosi di pizza, seppur gli ultimi anni hanno portato gustose novità, con pizzerie che propongono pizza senza lievito o a base di alimenti fortemente digeribili.
Volontà da dimostrare anche nel seguire le indicazioni opportune, aiutando la nostra salute attraverso il corretto utilizzo degli integratori consigliati dal nostro naturopata. Delle piccole dimenticanze non hanno che l’effetto di rallentare la nostra cura, rendendoci ancora prede della colite.
Avere una figura accanto che ci comprenda e che ci assista può davvero fare la differenza, per sentirci non solo meno soli, ma anche per accompagnarci in un percorso che può inizialmente sembrare gravoso, come nel caso di una dieta particolarmente impegnativa, come quella a cui abbiamo accennato in precedenza.
Per un tempo più o meno dilazionato, potrebbe essere necessario dimenticare cene con gli amici o simili, ragion per cui, avere la fortuna di un terapeuta che ci segua coscienziosamente è davvero un sostegno incredibile per la nostra forza di volontà.
Sbagliare strada
Quali sono gli altri fattori, oltre all’assenza di forza di volontà, che possono causare un rallentamento nella cura della colite?
In primis sicuramente troviamo lo sbagliare terapia. Spesso il mondo della pubblicità propone delle soluzioni per fastidi come la colite, tra cui medicinali e simili, ma non è assolutamente certo che siano adatti al nostro caso. Rivolgersi a un professionista può quindi evitarci l’errore di prendere una strada sbagliata, danneggiando così in modo ulteriore la nostra salute.
A seconda dei fattori scatenanti la nostra patologia, un lavoro improntato a base di prodotti naturali può avere grande efficacia, come nel caso di disturbi di origine nervosa. La nostra salute passa anche dal comprendere e capire le origini dei nostri disagi, che quasi sempre hanno natura psicosomatica, come già intuì Sigmund Freud.
L’importante è comprendere come e quando affidarsi a cure naturali o farmacologiche, queste ultime per esempio, necessarie di fronte ad acute perdite di sangue attraverso le feci. Di fronte ad una situazione importante ciò che bisogna evitare assolutamente è il fai da te, cercando soluzioni improvvisate online.
In generale affidarsi alla consulenza di un esperto è tra le mosse migliori, anche perché stiamo pur sempre affrontando una cura al fine di eliminare un disturbo. Il rischio è quello di assumere farmaci che abbiano degli effetti collaterali tali da rendere difficile proseguire la terapia, innescando quindi uno sgradito circolo vizioso. Se infatti la cura vuole eliminare uno stato d’irritazione e smettiamo di assumere i farmaci per altri disturbi, anche la cura della nostra colite ne uscirà fortemente rallentata.
Aiutare la cura - Qualche consiglio
Dal lato più tipicamente fisico, la colite nasce per un infiammarsi del colon, per cui la dieta disintossicante e priva di agenti come il lievito e/o i derivati del latte è la scelta migliore che si possa fare per la nostra salute fisica.
Al tempo stesso può manifestarsi anche per fattori di tipo nervoso, per cui è importante anche la nostra salute mentale e psicologica.
Come possiamo favorire la cura curando la nostra mente?
Ovviamente il sostegno di chi è intorno a noi, nel creare un clima sereno e privo di contrasti, è la base, per evitare dell’inutile nervosismo durante le nostre giornate. Sembrano parole ovvie, ma spesso lo stress nasce proprio tra le mura domestiche.
Oltre a questo, che come detto deve essere la base per far sì che la salute mentale accompagni il percorso di guarigione, esistono altre soluzioni che possono dare il loro sostegno a questa situazione.
Tra queste troviamo la meditazione yoga, il cui scopo è proprio quello di favorire il rilassamento, l’allontanare lo stress, il vivere dei momenti in cui corpo e mente si uniscono, rilassando sia i nostri muscoli che la nostra tensione emotiva. In generale se si soffre di colite lo yoga può essere un grandioso alleato.
Oltre questo consigliano il training autogeno, una speciale tecnica di rilassamento che ha tra i suoi obiettivi principali quello di abbattere lo stress e combattere disturbi di tipo psicosomatico, ideale in questa situazione.
Vale lo stesso anche per elementi che possono creare una atmosfera distensiva nella nostra stanza, come nel caso della diffusione di aromi, come nell’aromaterapia, o nell’utilizzo di musica adatta al relax, anche se in questo caso dipenderà dai gusti personali, visto che ho conosciuto pazienti in grado di rilassarsi con danze latino americane, o musica a 432 hz.
Perchè prendere la kijimea se sei ansioso
Si fa un gran parlare di questo medicinale, consigliato soprattutto in casi di colon irritabile e simili disturbi intestinali. Il colon infatti è un tratto del nostro intestino che tende a soffrire molto di disturbi psicosomatici, derivanti dalla nostra ansia, dal nostro stress o dal nostro nervosismo, come nel caso della colite di origine nervosa. Può quindi essere consigliato prendere la kijimea se sei ansioso?
Kijimea e ansia
Come detto sopra, l’ansia può essere tra le cause scatenanti di diversi fastidi, tra cui la dolori addominali, gonfiore, pesantezza e altro. Si tratta di una sintomatologia che nei casi più gravi può rivelarsi davvero invalidante nello svolgere anche le più banali azioni della nostra giornata.
La kijimea è un medicinale che ha lo scopo di rilasciare degli elementi in grado di proteggere il nostro colon: è quindi consigliata per le persone particolarmente agitate, in primis perché combatte l’irritazione delle mucose intestinali e secondariamente perché un effetto simile finisce per evitare l’insorgere di una spiacevolissima catena di cause e effetto.
Si allude a quella condizione insostenibile data dalla paura di soffrire in eterno, tale da generare ulteriore ansia e far star male, rappresentando un fattore di stress che va eliminato, prima che inizi a condizionare negativamente le nostre relazioni sociali.
Kijimea Pro - Cosa contiene?
Sono molti i disturbi e le infiammazioni intestinali nei confronti dei quali la kijimea si può rilevare efficace. Leggendo le opinioni e i feedback di chi si è già affidato a medicinali col marchio Kijimea, come il famoso Kijimea Pro, infatti, la soddisfazione è davvero alta, a conferma di una efficacia notevole, anche nel medio e lungo periodo.
Per alcuni, leggendo i commenti lasciati in rete, l’uso di questo prodotto farmaceutico è stata una vera salvezza, allontanando un periodo in cui sembrava essere condannati a dover convivere con fastidiosi dolori e simili. Da chi ha salutato la pesantezza di stomaco, a chi ha ripreso a digerire senza timore di infiammazioni, la kijimea sembra aver avuto un impatto davvero positivo, anche sullo stato d’ansia dei soggetti.
Sono numerose le testimonianze di persone che riferiscono di aver superato quella fastidiosissima paura di star male, legata alla sensazione di essere in un posto sbagliato, a causa di un pasto “sbagliato”.
Come è possibile tutto ciò?
Spesso problemi come la colite influiscono sulla salute delle pareti intestinali, lasciandole danneggiate ed esponendole all’attacco da parte di agenti di vario tipo, provocando nel tempo infiammazioni o ulcere. Nella kijimea è invece presente un batterio (ricordiamo che non tutti i batteri sono dannosi, molti in realtà vivono nel nostro stomaco e sono responsabili della nostra regolarità intestinale) di nome B. bifidum MIMBb75, che ha una straordinaria capacità, quella di aderire alle pareti del nostro stomaco, finendo per ricoprire le aree danneggiate e favorendo una maggiore protezione contro qualsiasi minaccia.
Non solo la presenza di batteri non nocivi, ma anzi nostri alleati, ma è anche la composizione stessa del prodotto a produrre effetti positivi sull’organismo . Il farmaco dimostra infatti una grande digeribilità perché non contiene conservanti, lattosio, glutine o simili. Un prodotto che sembra non avere quindi lati negativi, neanche da parte di tutti quei soggetti allergici o intolleranti.
Kijimea Pro e Kijimea Regularis
Sono diversi i prodotti a condividere il marchio Kijimea, anche se presentano alcune differenze ben precite. Finora abbiamo fatto riferimento soprattutto a Kijimea Pro, dedicato a chi soffre di disturbi del colon, con quindi una efficacia dedicata proprio al curare questa patologia. Il prodotto si presenta nella forma di pastiglie, trasportabili facilmente e che possono essere con noi in ogni situazione.
Si tratta di un aspetto molto positivo, visto che chi soffre d’irritabilità intestinale ha la grande paura di sentirsi male quando si trova fuori casa. Chi ha già avuto modo di utilizzare questo medicinale dichiara che la sua efficacia si è mostrata in pochi giorni, nei quali hanno potuto notare come il proprio stomaco affrontasse la digestione in maniera più serena.
Accanto a Kijimea Pro esiste anche Kijimea Regularis, dedicato soprattutto a chi cerca regolarità intestinale, chi vuole evitare gonfiore di stomaco e cercare di migliorare il proprio difficile rapporto con la stitichezza.
Kijimea Regularis si presenta in forma di polvere, da accompagnare ai nostri pasti, sciogliendola nell’acqua. Un utilizzo quindi meno medico, ma che può diventare una piacevole abitudine giornaliera, aiutandoci contro il gonfiore e regalandoci una digestione più semplice. Addirittura non è raro vedere questa polvere utilizzata anche da chi soffre durante il ciclo mestruale. Una pancia più rilassata affronta infatti più facilmente i fastidi che possono presentarsi durante il ciclo, come senso di pesantezza e stitichezza, oltre che dolori addominali. L’ansia dei dolori durante i giorni del ciclo potrà uscirne davvero sconfitta e restituire un sorriso in più alle donne, durante l’ovulazione.
Altri vantaggi
Possono presentare benefici per il nostro fisico e la nostra mente. Abbiamo già notato come un intestino rilassato possa allontanare dei fattori in grado di portare ulteriore ansia, condizione che può consentire di affrontare i propri impegni quotidiani senza quella tensione, nervosismo e stress derivanti dal proprio atteggiamento ansioso, spesso limitanti sulle nostre stesse performance. Questi prodotti possono quindi ridisegnare lo schema delle nostre giornate, regalandoci non solo uno stomaco più sereno, ma anche una mente più leggera e positiva.
Questo perché la regolarità del nostro stomaco non rappresenta al 100% un sintomo di colite, ma comprende una serie di fenomeni e manifestazioni quali la stitichezza, perché derivante da un intestino pigro di cui non ci siamo presi sufficientemente cura.
La kijimea, nelle sue varie forme, aiuta a riattivare la normale regolarità, regalandoci una digestione rapida, leggera, piacevole, in grado di colorare di nuovo le nostre giornate. Basta pensare a quanti hanno difficoltà ad affrontare il pranzo per l’effetto di pesantezza che poi accompagna i loro pomeriggi, o chi soffre di sonno disturbato a causa di una cattiva digestione.
Niente più ansia, giornate più leggere e facili da affrontare, con ripercussioni positive sullo stato d’animo e sulla qualità del nostro lavoro.
Scegliere Kijimea
Quando si sceglie un medicinale bisogna in primis rivolgersi a un medico, che possa constatare se è adatto alla nostra situazione clinica, e successivamente controllare eventuali effetti collaterali. Nel caso di Kijimea non sono per ora stati trovati effetti collaterali di alcun tipo. La composizione del farmaco lo rende facilmente digeribile, privo di problematiche legate a allergie, essendo privo di lattosio e glutine.
Non sembra rilevato neanche un qualche potere ingrassante, considerato anche come favorisca la digestione e quindi possa avere al contrario l’efficacia di renderci meno gonfi e quindi anche più magri, quando ci vediamo allo specchio.
Oltre a questo, la sua composizione in pastiglie rende difficile sbagliare la posologia, mentre capire il giusto numero di pasticche da assumere in casi gravi di colite è più complesso, vista la complessità di questo disturbo e le variabili che possono condizionarne la fenomenologia. Per questo è importante il parere del medico, nonostante si tratti comunque di un farmaco che non prevede prescrizione medica, e che può essere acquistato sia in farmacia che in rete, perché senza ricetta.
A proposito dell’acquisto, quali sono le alternative a Kijimea? Qual è il loro costo? Dedichiamoci a un rapido confronto.
La confezione base di Kijimea Pro, con 14 pastiglie, ha un costo di 19,90€.
Codex, a base di Saccharomyces boulardii, si presenta con un costo di 12,50€ per una confezione da 12 pastiglie.
Normix, a base di Rifaximina, ha un costo che può scendere sotto i 10€ per una confezione di 12 pastiglie.
In generale quindi Kijimea si presenta con un costo più alto, giustificato dall’estrema efficacia di questo medicinale, a oggi la vera arma contro chi soffre di forte colite. Nel caso, infatti, di una forma piuttosto invalidante, le alternative naturali difficilmente possono avere un reale effetto, rendendo il ricorso a medicinali di questo tipo una scelta obbligata.
Quando è opportuno prendere il Lexil e quando no
Gli stati d’animo negativi possono interessare l’apparato gastrointestinale, e soprattutto ansia e stress sono le componenti correlate a sintomi spastico-dolorosi. La patologia, comunemente definita sindrome del colon irritabile, può essere trattata con Lexil, un farmaco studiato specificatamente per combattere questi disturbi in maniera efficace.
Vediamo di cosa si tratta e come agisce.
Cosa è Lexil
Appartenente alla categoria degli antispastici associati a psicolettici, Lexil è un farmaco progettato per trattare con risultati efficaci spasmi e dolori derivati da ansia e stress dell’apparato gastroenterico. Oltre che ridurre l’ipermotilità dell’intestino è anche efficace nel curare i sintomi della sindrome del colon irritabile, ma non agisce sulle cause che la producono, quindi non rappresenta una cura bensì un valido aiuto per alleviare i sintomi dolorosi.
Come funziona Lexil
Nel farmaco sono presenti due principi attivi di Lexil, la Propantelina ed il Bromazepam. I loro ruoli sono i seguenti:
- Propantelina - diminuisce l’eccessiva secrezione e la motilità del tratto gastro-intestinale
- Bromazepam - agisce a livello del cervello sulla sfera emotiva e placa tensione, ansia ed eventuali stati di depressione
Differenza fra Bromazepam e Propantelina
La Bromapezina esercita un’azione entrale, che si espande a livello del sistema nervoso e quindi fa da calmante per stemperare l’ansia. La Propantelina invece agisce a livello periferico e attenua gli effetti spastici causati dallo stress e dall’ansia. Questa molecola agisce proprio sulla sfera emotiva ed esercita su di essa le sue proprietà spasmolitiche.
Differenza fra Lexil e Valpinax
Si tratta di due farmaci simili, entrambi infatti contengono benzodiazepina, la laxotan, combinata a una molecola che si comporta come un spasmolitico. In termini di efficacia sono entrambi validi, tuttavia Lexil con il suo principio attivo, la propantelina, ha proprietà farmacologiche più ampie rispetto al Valpinax. Di conseguenza, il Lexil potrebbe agire meglio non solo quando si verifica una contrazione dei muscoli lisci, combinata alla manifestazione di uno stato ansioso, ma anche in presenza di sintomi ben definiti, come per esempio ipersecrezioni o ipermotilità del tratto gastrointestinale.
Differenza fra ansiolitico e antispastico
E’ bene sottolineare che fra ansiolitico e antispastico c’è una differenza fondamentale. Mentre gli ansiolitici sono farmaci utilizzati per sedare l’insonnia e i disturbi d’ansia, gli antispastici lavorano sull’apparato gastro-enterico in aiuto a terapie per curare disturbi o patologie dell’apparato gastro-intestinale come la sindrome del colon irritabile o la colite. Lexil appartiene alla categoria degli antispastici e quindi non cura le cause della colite ma allevia i sintomi.
Perché Lexil fa bene al colon?
Lexil agisce con efficacia nel trattamento della sindrome del colon irritabile e ne allevia la sintomatologia prontamente, praticamente subito dopo l’assunzione. L’effetto dell’antispastico agisce rilassando l’intestino e riducendo quindi dolore e spasmi. E’un valido alleato nel contrastare i dolori e rilassa anche il sistema nervoso, quindi placa anche il forte stress emotivo che è responsabile in buona parte dei casi delle manifestazioni spastico-dolorose dell’intestino.
Può essere considerato un antidepressivo?
Ad oggi Lexil è fra i farmaci più utilizzati per combattere l’ansia, disturbo largamente diffuso e che spesso si manifesta con dolori ad organi specifici, come appunto all’apparato gastrointestinale. Infatti, c’è una stretta correlazione tra il sistema nervoso e il funzionamento degli organi del corpo, ma esiste una notevole influenza degli stati d’animo sull’apparato gastrointestinale. Lexil esplica i suoi effetti proprio sull’ansia e agisce con efficacia nel placarla. Abbassando i livelli di ansia si riducono anche i disturbi a livello di stomaco e intestino. Poiché contribuisce a ridurre gli stati d’animo negativi, responsabili della depressione, è dunque possibile affermare che Lexil può essere considerato un ottimo antidepressivo.
Come prendere Lexil
Disponibile solamente in capsule rigide, può essere assunto da adulti e da bambini durante i pasti principali e prima di andare a letto. E’ il medico a decidere l’esatto dosaggio e la durata del trattamento, in base alla storia clinica del paziente. In genere però le dosi da assumere sono: 3/4 capsule al giorno per adulti e ragazzi sopra i 12 anni, e 1/2 capsula al giorno per anziani e bambini sotto i 12 anni. Si possono assumere massimo 6 capsule di Lexil al giorno da somministrare in 3-4 volte.
Per quanto riguarda la somministrazione di Lexil a bambini in età pediatrica è necessario effettuarla sotto stretto controllo del medico e deve avere durata breve.
Effetti collaterali
I principali effetti collaterali che può causare Lexil sono:
- irritabilità,
- disturbi dell’umore,
- amnesie,
- alterazioni del comportamento,
- confusione,
- vertigini,
- cefalea,
- stanchezza,
- disturbi della vista,
- rush cutaneo,
- problemi a livello muscolare,
- secchezza delle mucose.
Questi effetti collaterali sono abbastanza comuni e possono insorgere già da subito, per poi andare via durante l’assunzione del farmaco. In alcuni casi, se si fa abuso di Lexil, può generare dipendenza e produrre fenomeni di astinenza quando la terapia viene sospesa. Questo però accade generalmente in soggetti che sono predisposti alla dipendenza, come ad esempio in persone che fanno uso di droghe.
Per evitare queste situazioni è quindi consigliabile assumere Lexil per brevi periodi.
Interazione con altri farmaci
Durante l’assunzione di Lexil bisogna astenersi dal consumo di bevande alcooliche per evitare che il farmaco aumenti la sua attività sedativa. Se si prendono altri farmaci è necessario informare il medico, in particolare se si assumono farmaci come antidepressivi, neurolettici, ipnotici, analgesici ed anestetici, perché possono rafforzare l’azione sedativa. Se assunto contemporaneamente a questi medicinali può verificarsi un peggioramento dei disturbi depressivi.
Lexil contiene importanti quantità di lattosio, per cui non deve essere assunto da pazienti che soffrono di intolleranza al fruttosio, al glucosio o galattosio.
Quando non assumere Lexil
Il farmaco non va somministrato nemmeno a soggetti che soffrono di patologie come:
- glaucoma oculare,
- ritenzione urinaria,
- ipertrofia prostatica,
- disturbi al fegato,
- ostruzioni intestinali pregresse,
- miastenia grave,
- insufficienza cardiaca e renale.
Lexil non va nemmeno assunto in gravidanza per la presenza del principio attivo bromazepam. Pare infatti che vi possa essere un aumento del rischio di malformazioni congenite relazionate all’assunzione di tranquillanti minori. Per questo il bromazepam non deve essere assolutamente assunto durante il primo trimestre di gravidanza e va preso nel periodo avanzato solo se strettamente necessario.
Dove comprare Lexil
Lexil è in vendita in una confezione da 20 compresse da 15mg+1,5mg e deve essere obbligatoriamente prescritto con la ricetta. Il farmaco non è in vendita online e va assunto sotto controllo medico. Nel bugiardino si trovano tutte le informazioni riguardanti il farmaco.
Patate e colite vanno d'accordo ?
L’alimentazione è strettamente correlata ai disturbi che insorgono nell’intestino e troppo spesso ingeriamo cibi in maniera automatica e poco riflessiva, senza pensare alle conseguenze. Un’infiammazione a carico del colon condiziona considerevolmente la qualità della vita se non viene curata e allora vale la pena scoprire se le patate possono essere mangiate senza problemi o se è meglio trovare delle degne alternative alimentari..
Seguire una dieta corretta, ma soprattutto introdurre cibi leggeri che non combattano contro la salute del nostro intestino, rappresenta il regalo più bello che ci possiamo fare per stare bene nel tempo. Ecco alcuni suggerimenti alimentari per aiutare l’intestino a mantenere la sua normale funzionalità.
Tutti i benefici delle patate per la colite
Seguire un’alimentazione corretta, come abbiamo già detto, è la scelta senza dubbio migliore per ridurre i sintomi fastidiosi della colite, ma vi sono alcuni alimenti che se consumati più spesso sono un vero e proprio toccasana contro acidità, a cominciare dalla fecola..
Tra quelli che sono maggiormente efficaci e consigliati per sfiammare la colite vi sono le patate, un ortaggio dalle eccellenti virtù curative che può anche essere consumato come alimento amidaceo unico in quanto è altamente nutriente e non eccessivamente calorico.
Per tanto tempo definita il cibo dei poveri, fama esaltata anche dal famoso quadro di Vincent Van Gogh, “I mangiatori di patate”, in realtà la patata è ricca di vitamina C, importante per ridurre i danni generati dai radicali liberi e per prevenire i classici malanni di stagione. Inoltre, è un carboidrato a lento assorbimento e quindi piuttosto digeribile.
La sua azione antinfiammatoria attenua in modo notevole i disturbi nel tratto digestivo. Oltre che ripulire il colon protegge le pareti gastriche ed è anche ottima per ridurre l’ipertensione visto il suo elevato contenuto di potassio.
Come cucinare le patate in caso di colon irritabile
Ma come deve essere cucinata per assolvere al meglio al suo compito di cibo disinfiammante e curativo?
Per usufruire dei benefici della patata e sfruttare le sue proprietà nell’alleviare gli spasmi causati dalla colite le cotture privilegiate sono al vapore, al forno e lessata.
Quest’ ultimo metodo di cottura le rendere tuttavia ancora più leggere e digeribili. Le patate lessate sono infatti un metodo classico, sono semplici da cucinare e sono particolarmente indicate in caso di colon irritabile.
Inoltre, hanno appena 86 calorie circa per 100 grammi di prodotto e sono anche ben tollerate dall’intestino per la loro elevata digeribilità. Mica esistono solo hot dog e patatine fritte in un olio ormai saturo, come accade quando mangiamo nelle tavole calde!!
Va benissimo anche una minestra di patate, da preparare sempre con le patate bollite fatte a pezzetti, qualche foglia di prezzemolo e un filo di olio extravergine di oliva per dargli un po’ di sapore. Per rendere il piatto ancora più leggero evitare di mettere sale e pepe, e consumarlo con poco brodino, evitando invece ricette che prevedono l’abbinamento di formaggio, latte o burro.
Attenzione a non mangiare patate crude, che possono causare la formazione di una tossina chiamata solanina, responsabile di un’intossicazione alimentare. La solanina si trova anche nelle patate che vengono raccolte ancora non mature, con la buccia verde o nelle patate germogliate.
Per lessare le patate pulirle bene e metterle in una pentola capiente con acqua fredda. I tempi di cottura vanno dai 20 ai 30 minuti a partire dall’ebollizione, ma variano a seconda della varietà e della grandezza delle patate. Se sono piccole basteranno anche una ventina di minuti.
Le patate però sono un ortaggio che consente di fare delle preparazioni anche particolari, che possono essere consumate anche se ci sono disturbi di colite perché non fanno male, basta ovviamente non esagerare nelle porzioni. Le deliziose vellutate di zucca e patate, soprattutto in inverno e nei periodi più freddi, sono un toccasana per lo spirito e perchè no, anche per il nostro organismo.
Piatti da preparare con le patate (senza appesantirsi)
Poiché le patate sono un ottimo alimento per disinfiammare i dolori generati dalla colite, si possono preparare anche piatti alternativi alle sole patate lesse, anche per variare gusto.
Un ottimo piatto sono gli gnocchi di patate, ideali da sostituire al primo, leggeri e perfetti per la loro azione calmante sulla mucosa gastrica. Preparati in casa con ingredienti semplici, patate, farina e appena un pizzico di sale, sono ancora più leggeri e digeribili, e ottimi amici dell’intestino. Hanno anche poche calorie, appena 130 per 100 grammi, non appesantiscono lo stomaco e saziano presto.
Anche le crocchette di patate sono ben tollerate in caso di colite, a patto di prepararle a forno ed evitare le fritture. Vi sono poi dei modi di cucinare questo ortaggio decisamente un po’ più pesanti, ma ogni tanto ci si può concedere qualche sfizio e assaggiare una piccola porzione di piatti saporiti come la tortilla catalana, la peperonata con le patate, o magari qualche deliziosa zeppola.
Per preparare la tortilla catalana invece del burro usare qualche filo di olio, mettere la casseruola a fiamma bassa e coprire con il coperchio per far ammorbidire le patate. Non appena sono ben cotte mettere le uova e un pizzico di sale. Anche in questo caso evitare le salsine e altri condimenti che potrebbero irritare il colon e aggiungere invece qualche rametto di rosmarino per insaporire.
Consigli per cucinare le patate in modo leggero
Visti i benefici che le patate hanno sul colon irritabile è il caso di approfittarne e di inserirle nel menù quotidiano oltre che come primo alternandole come contorno o come piatto unico. Evitando di condirle con salse e condimenti piccanti si mantengono leggere e aiutano a placare gli spasmi e i bruciori della colite.
Anche un piatto come il gateau di patate può essere reso light usando qualche cucchiaio di parmigiano e i soli albumi invece dell’uovo intero. Allo stesso modo lo spezzatino di patate con salsiccia può essere reso light se viene cucinato in un tegame in pietra, senza oli e senza grassi.
Oltre che con la carne, le patate stanno benissimo come contorno anche per il pesce, e oltre che bollite possono essere cotte anche a vapore, in modo che rimangano leggere e mantengano inalterati i nutrienti. Anche la cottura a microonde è ideale per chi soffre di colon fragile. Questo tipo di cottura preserva vitamine e sali minerali poiché sfrutta l’acqua contenuta nelle patate per cuocerle, senza aumentare l’apporto di grassi.
Nella preparazione delle ricette ci si può sbizzarrire nella scelta delle patate, presenti in tante varietà, gialle rosse, viola. In generale sono tutte con poche calorie, ma quelle rosse ne contengono meno delle altre varietà, appena 70 calorie per 100 grammi. Qualunque sia la scelta, è però importante la modalità di cottura per risultare curativa per la colite, quindi preferirle soprattutto bollite e al vapore.
Rifacol funziona, ma occhio a usarlo bene
Il Rifacol è un farmaco facente parte della categoria antidiarroici, antinfiammatori/antinfettivi intestinali, antibiotici. Il suo uso viene consigliato per placare infezioni intestinali acute e croniche; diarrea negli adulti e nei bambini (aventi un’età maggiore di 12 anni); profilassi pre e post operatorie negli interventi di chirurgia che riguardano il tratto gastroenterico; come sostanza che aumenta la stimolazione di anticorpi nella terapia delle iperammoniemie e per la colite spastica. Inoltre, il suo uso riduce ai pazienti con encefalopatia epatica il rischio di un peggioramento relativo alle funzioni cerebrali.
Il Rifacol può essere acquistato solamente tramite ricetta medica in farmacia, non è acquistabile online.
Come potete notare, parliamo di un farmaco abbastanza completo per la maggior parte dei problemi allo stomaco. Infatti, viene utilizzato anche per combattere i diverticoli, ovvero delle piccole tasche che si vanno a formare nelle mucose dell’intestino.
Solitamente, chi ne soffre, accusa dei disturbi all’addome, molto simili a dei crampi. Il tutto, accompagnato anche dalla diarrea o stitichezza.
Ovviamente, così come per l’assunzione di altri farmaci, occorre sempre accettarsi di quelle che sono le controindicazioni. E allora, scopriamo insieme quelle che comporta il Rifacol, ovvero:
- Ipersensibilità al principio attivo, alle rifamicine (antibiotici battericidi) o agli eccipienti;
- Casi di blocco intestinale (anche non del tutto) o di lesioni ulcerative dell'intestino;
- Può inoltre portare anche casi di stipsi, diarrea, nausea e vertigini.
Rifacol, le precauzioni da seguire
È importante anche mettervi a conoscenza riguardo alle precauzioni da prendere prima dell’uso: ad esempio, Rifacol non ha effetto contro le infezioni intestinali causate da patogeni intestinali che possono portare diarrea, febbre e sangue nelle feci.
Inoltre, se una volta assunto i sintomi dovessero persistere o addirittura peggiorare, vi consigliamo di non aumentare le dosi, ma di rivolgervi al vostro medico.
Mentre i pazienti con una compromissione epatica di rilievo devono usufruire del farmaco con estrema moderazione.
Se assumete contraccettivi orali che contengono degli estrogeni, a causa degli effetti sulla flora intestinale, potrebbe diminuire l’efficacia una volta assunto Rifacol.
Noi, comunque, vi suggeriamo di informare sempre il vostro medico se nel breve periodo avete assunto degli altri medicinali (anche quelli per i quali non è necessaria la prescrizione medica). Nello specifico, se state assumendo: warfarin, antiepilettici, antiaritmici, ciclosporina.
Ricordatevi di prestare sempre attenzione alla data di scadenza del farmaco e di non utilizzarlo mai se scaduto.
Oltre a non portare nessun risultato in termini di benefici, potreste avere delle altre complicanze.
Rifacol, le avvertenze
Fondamentale prima di assumere il Rifacol è leggere sempre le avvertenze del foglio illustrativo:
- Gravidanza: è sconsigliato l’uso di questo farmaco durante questo periodo
- Allattamento: purtroppo non vi sono ancora certezze legate all’eliminazione della riflaximinia nel latte materno, quindi è ‘doveroso’ o terminare l’allattamento, oppure non assumere il farmaco.
- Guida e utilizzo macchinari: il farmaco può portare sia sonnolenza che vertigini, quindi nel caso si dovessero avvertire questi sintomi, il consiglio è ovviamente quello di non mettersi né alla guida di un veicolo, né l’utilizzo di un macchinario. È sempre una scelta giusta quella di evitare possibili problemi.
- Rifacol granulato per via orale contiene il saccarosio: se avete delle intolleranze relative ad alcuni zuccheri, vi consigliamo di contattare il vostro medico.
Inoltre, la rifaximina può portare ad un colore rossastro dell’urina a chiunque lo utilizzi, oltre che a mal di testa, dolori addominali, riduzione dell’appetito durante la giornata, insonnia, nervosismo, prurito e orticaria.
Molte volte, questo farmaco viene utilizzato dai più giovani come una vera e propria sorta di droga, visto che se preso in dosi maggiori porta ad uno stato di agitazione e insonnia.
Modalità d’uso e dosaggio, quando 200mg bastano e quando no?
Vi anticipiamo fin da subito che il Rifacol può essere assunto anche senza aver consumato cibo, o per via orale (compressa) con un bicchiere d’acqua, o in granulato per sospensione orale. Per prepararlo aiutatevi con il dosatore compreso all’interno della confezione, quindi aggiungete l’acqua al flacone (fino al segno indicato sopra al foglio illustrativo).
Per quanto riguarda la frequenza, invece, fate riferimento alle parole del vostro medico, o al massimo del vostro farmacista.
- Trattamento post operazione: i ragazzi e gli adulti aventi un’età maggiore dei 12 anni possono ingerire o una compressa da 200mg, oppure 10mg di sospensione orale ogni 6 ore.
- Trattamento coadiuvante dell'iperammoniemia: gli adulti e i ragazzi con un’età superiore ai 12 anni possono ingerire due compresse da 200mg, oppure 10 ml di sospensione ogni 12 ore.
- Nessun trattamento: persone adulte e over 12, possono assumere 2 compresse da 200mg o 20ml si sospensione orale. Il tutto ogni 8 ore.
I più piccoli fanno capricci?
Una soluzione per fargli prendere questo medicinale può essere sicuramente quella di darglielo quando hanno sete.
Se per errore avete ingerito una quantità maggiore di quella riportata in alto, dovete avvertire tempestivamente il vostro medico o recarvi presso un ospedale. Evitate di prendere decisioni autonome, le conseguenze potrebbero essere abbastanza burrascose.
Se inoltre soffrite di ansia generata dalla sindrome da colon irritabile, non utilizzate questo farmaco, è molto più indicato il Valpinax.
La differenza tra farmaci antispastici e ansiolitici è che mentre i primi vengono utilizzati per il trattamento degli spasmi dolorosi sia del tratto gastroenterico, sia del tratto genito-urinario, i secondi per combattere i disturbi generati dall’ansia.
Il bugiardino, opinione personale
A nostro avviso il bugiardino riporta con molta esattezza tutte quelle che sono le caratteristiche sia relative alla composizione, che alle controindicazioni del Rifacol.
Quindi vi consigliamo di seguirlo alla lettera, ma nello stesso tempo anche di confrontarvi sempre con il vostro medico.
Il parere medico è fondamentale!
Altri disinfettanti intestinali: Bimixin e Normix
Il Bimixin può essere utilizzato contro le infezioni del tratto intestinale, ma anche dal momento in cui si riscontrano problemi di alitosi e dolori addominali, seguiti dalla diarrea.
Quindi, è sicuramente consigliato per combattere i batteri, visto che contiene due principi attivi antibiotici: la neomicina solfato e la bacitracina.
Di seguito, ecco come prendere il farmaco, a seconda delle fasce d’età:
- Adulti: 1-2 compresse ogni 6/8 ore
- Bambini di età superiore ai 2 anni: una sola compressa ogni 6/8 ore
Tenete bene a mente che il trattamento non va assolutamente prolungato più di 3/5 giorni. Ovviamente, anche qui vi suggeriamo di parlarne prima con il medico o con il farmacista.
Per quanto riguarda gli effetti indesiderati più comuni, troviamo nausea, stitichezza e vomito.
Il Normix è un altro farmaco molto utilizzato per combattere le infezioni intestinali, infatti appartiene alla categoria degli antidiarroici, antinfiammatori, antinfettivi intestinali, antibiotici.
Inoltre, anche questo farmaco contiene il principio attivo rifaximina, quindi non si differenzia molto dall’uso degli altri due.
Nello specifico, combatte: diverticoli; tipologie di diarree differenti; può fungere da coadiuvante nella terapia dell’iperammoniemia. Infine, se preso a grandi dosi, può essere anche utilizzato per diminuire le recidive di encefalopatia epatica conclamata.
È però sconsigliato l’utilizzo ai soggetti allergici e a coloro che sono molto sensibili alle rifamicine. Anche durante i periodi di gravidanza è consigliato di non utilizzarlo.
Come effetti collaterali troviamo quelli più comuni: febbre, mal di testa, vomito, nausea, stitichezza.
Cosa si usa contro la dissenteria?
Innanzitutto, è opportuno diversificare le parole diarrea e dissenteria. Quest’ultima possiamo definirla come una forma di diarrea più ‘violenta’, visto che le feci liquide vengono accompagnate da sangue e muco.
Un’infezione del tratto intestinale che vede come ‘protagonisti’ differenti agenti eziologici.
Per curarla, occorre prevenire la disidratazione, tramite il reintegro di liquidi per via orale o se necessario anche per via endovenosa. Oppure, attraverso degli antibiotici.