batterio clostridiumChe cosa è la colite pseudomembranosa?

Quasi tutti gli antibiotici, in particolar modo gli antibiotici intestinali possono provocare un’infezione da Clostridium. Le possibilità che la somministrazione di farmaci possa favorire lo sviluppo di un colite pseudomembranosa da clostridium difficile Quando si parla di diagnosi della colite pseudomembranosa, il rischio che essa dipendi dall’assunzione di clindamicina, penicilline ad ampio spettro, come ad esempio l’ampicillina, J’amoxiciluna e di cefolosporine è ricorrente.

Si tratta di una vera e propria colite nervosa da farmaci in cui il paziente si trova coinvolto nella paradossale situazione in cui dei medicinali per colite o altri problemi intestinali, possono divenire la causa di una colite pseudomembranosa fulminante, con il rischio che questa comporta.
Questo malessere può dipendere da svariate cause, tutte legate alla somministrazione più o meno prolungata di medicine e antibiotici da parte di farmacisti troppo “generosi” nella lettura delle ricette.

L’elenco dei farmaci che possono facilitare lo sviluppo dei suoi sintomi principali è lungo. In questa lista però non potranno certo mancare l’eritromicina, i sulfamidici, le tetracicline e i chinoìonicj.
Altro segnale che spesso inquieta i pazienti affetti da questo disturbo da antibiotici è la presenza di diarrea. Va precisato come la dissenteria non sia strettamente collegata alla somministrazione di medicine specifiche, ma potrebbe essere un segnale più o meno diretto dello scarso assorbimento dei carboidrati, accompagnato dall’irritazione della microflora intestinale.

La colite pseudomembranosa da clostridium difficile, è un disturbo dalla cui diagnosi si potrà evidenziare la formazione di una pseudomembrana. Questa caratteristica è dovuta all’esistenza di uno strato aderente di cellule infiammatorie e di altri detriti sul tratto di mucosa gastrica infiammato.
La colite da clostridium è la rappresentazione del peggior quadro clinico che un individuo può sentirsi descrivere da un dottore, in relazione ad una patologia medica, in relazione con l’uso di antibiotici intestinali. Niente a che vedere con la nota relazione nefasta tra alcol e farmaci antibiotici. E nemmeno con il nesso tra farmaci anticolitici e uno stato di gravidanza.

La colitis responsabile della formazione della pseudomembrana a livello intestinale è causata dalle tossine prodotte dal clostridium difficile, un batterio molto comune nel microbiota dell’uomo. Le 2 tossine fondamentalmente prodotte dal clostridium sono la A e la B. Sono proprio loro le due responsabili dell’apoptosi a livello cellulare, favorendo in questa maniera la formazione di citochine.
La terapia dispensata ai pazienti colpiti da questo disturbo intestinale da clostridium è una cura antibiotica ad ampio spettro volta a contrastare la disbiosi che ha favorito nell’organismo quella modificazione tale da renderlo quindi favorevole al batterio difficile.

Altri fattori di rischio

  • accurata anamnesi
  • ricoveri ospedalieri associati ad interventi chirugici e terapie a base di medicine antibiotiche

In rapporto alle tipiche manifestazioni cliniche, un’accurata anamnesi è sovente suggestiva di colite pseudomembranosa; precedenti degenze ospedaliere e manovre chirurgiche associate a terapia farmacologica ad ampio spettro (soprattutto ampicillina ma ancheclindamicina) in un soggetto con febbre, diarrea muco-sanguinolenta e dolori addominali, sono elementi sufficienti per richiedere la ricerca delle tossine batteriche nelle feci del paziente.

I sintomi più importanti

I primi segnali si manifestano di solito nel corso di una terapia farmacologica.
I tempo in cui i sintomi di questa colite emergono, differiscono da paziente a paziente. Solitamente le avvisaglie tipiche della colite pseudomembranosa iniziano ad essere percepite in un tempo compreso tra i 2 e i 12 giorni successivi a quelli di fine trattamento.

Le possibilità che un individuo provi i sintomi della colitis pseudomembranos possono coinvolgere qualunque soggetto che accusi una diarrea, fino ad 40 giorni dopo la fine del trattamento antibiotico.
I segnali che seguono la contrazione di questa patologia gastrointestinale spaziano dalla cacca molle ad una colite vera e propria, associata alle classiche avvisaglie di questo disturbo: spasmi addominale, febbre ecc. Essendo nei casi più problematici accompagnata dalla disidratazione dell’organismo, ma anche da ipotensione e ulcerazioni al colon, capita che a livello percettivo il soggetto si domandi a volte se si tratti di appendicite o colite.

Diagnostica e terapia

La colite pseudomembranosa è un disturbo diffuso in maggioranza tra gli adulti, anche se non risparmia  in maniera assoluta i più giovani. Tra i sintomi vi è, come si è già ricordato, la diarrea acuta o di tipo cronica. Quando colpisce la fascia più giovane della popolazione, di solito presenta dei segnali meno evidenti, sino ad apparire in modo asintomatico.

La migliore diagnosi prevede l’incrocio della sintomatologia del paziente con l’analisi delle feci dello stesso. La presenza nella cacca del batterio Clostridium difficile avviene solitamente tramite colonscopia e fugherà ogni dubbio sulla natura di questa colite da farmaci.
Le complicanze più diffuse sono associate ad una notevole perdita di liquidi o ad una grande infiammazione a livello di mucosa gastrica. A questi eventi possono associarsi anche la disidratazione, la sepsi ed anche la perforazione dell’intestino. Il rischio associato alla “colite antibiotica” è legato alla condizione di salute dell’individuo. Un’ulteriore analisi del sangue aiuterà il dottore, ancor più del farmacista, a comprendere la natura di questo disturbo.

Nei casi clinici in cui vi è stato segnalato l’inizio di una perforazione dell’intestino, specie dei pazienti più giovani e più anziani si è dimostrato fondamentale diagnosticare con velocità la patologia, scongiurando persino conseguenze mortali.
E’ stato studiato un legame molto stretto tra presenza dell’appendice nel paziente e rischio di contrarre la colite da pseudomembrana, al di là dell’effettiva somministrazione massiva di medicinali. Secondo questa ricerca medica le possibilità che un Clostridium difficilte colpisca un individuo con appendicectomia sono il triplo più alte di quelle che affetti un soggetto con appendice.

Profilassi e trattamento

Il sistema ottimale per scongiurare l’emergere di questa patologia intestinale, sembrerà un’ovvietà, ma consiste nel far durare il minor tempo possibile il trattamento farmacologico.
Se un paziente ha già avvertito i sintomi di una colite da clostridium, eviti di utilizzare lo stesso medicinale che è stato precedentemente responsabile di quel disturbo. Vale sempre la regola che non bisogna esagerare, ragion per cui, bisogna valutare molto attentamente quando è giusto prendere un antibiotico e quando invece possiamo farne a meno, perchè i rischi possono rivelarsi maggiori dei benefici.

Una cura a base di fermenti lattici può contrastare con efficacia gli episodi di diarrea. In farmacia è possibile acquistare delle compresse apposite per il batterio responsabile della pseudomembraa. Sarà sufficiente una somministrazione giornaliera della pasticca, una al giorno.
In circa 2 settimane, quando il trattamento è tempestivo, la profilassi risulta vincente, specie se l’assunzione della compressa viene associata a quella del Saccharomyces boulardii e fermenti lattici.