che-cosa-prendereUna domanda che si pongono molti pazienti colitici riguarda proprio la tipologia di cibi che si possono mangiare e quelli che non si possono assumere. “Questo sì, quello no”. Sembra che l’aspetto che sembra più importare a chi soffre di colite nervosa sia avere le idee chiare su cosa assumere, senza rischiare di soffrire le pene dell’inferno. Dopo centinaia di casi di colite spastica visitati e curati non mi stupisco più quando, guardandomi con occhi quasi lucidi, mi chiedono: “allora posso essere sicuro al 100% che non starò male?”.
I dolori alla pancia di chi soffre di questo problema intestinale ti logora al punto da farti perdere la lucidità. Accettare il fatto che alcuni cibi possano far bene ad alcuni soggetti e irritare le pareti dell’intestino di altri, non è un concetto semplice da far digerire, quando si accusano spasmi così intensi.
La stessa disinformazione che viaggia su internet, soprattutto quando si leggono quegli articoli su magazine di salute che raccolgono informazioni di ogni tipo, dagli articoli sul “perché la mucca muggisce…” a quelli che illustrano la “dieta risolutiva per curare una colite nervosa”, è molto dannosa. Se è vero che le persone utilizzano Google per avere risposte alle loro domande non bisognerebbe mai sfruttare questa smania informativa, soprattutto quando la gente è motivata da un malessere fisico evidente, per veicolare notizie errate o decisamente discutibili.
Per intenderci, fare un elenco dei cibi da prendere quando si ha la colite nervosa, senza precisare nulla sull’età, il gruppo sanguigno o le intolleranze ai farmaci del paziente, non è affatto serio. Molto meglio analizzare caso per caso e invogliare il pubblico stesso a informarsi sulla metodologia migliore per curare il proprio intestino, insegnandoli le basi della salute, senza intentare dogmi o ergersi a guru della naturopatia mondiale.
La migliore garanzia che i miei pazienti possono avere attraverso il P.I.P. è data dalla loro testimonianza, dalle tante opinioni positive espresse sulla cura e dalla possibilità di essere rimborsati qualora questa non risolva i loro problemi.
Quando mi chiedono di consigliarli che cosa prendere in caso di colite nervosa, allora rispondo: “prendetevi del tempo per provare il trattamento e giudicate voi stessi la sua efficacia”.

Imparare dalla saggezza dei fiori e delle piante

Alla stregua della floriterapia i benefici nel curare la colite attraverso la fitoterapia sono tantissimi, perché non includono alcun tipo di controindicazione. E’ terribile quando dei soggetti con colite di tipo spastico nervoso mi contattano disperati perché impotenti di fronte all’ennesimo insuccesso farmacologico che sembrerebbe avere avuto il solo effetto di accentuare i dolori e certamente non lenirli.
Un giorno vorrei scrivere un articolo per mostrarvi le condizioni dell’intestino di queste persone che, ingenuamente, hanno sperato di guarire le loro tensioni addominali attraverso medicinali spesso potenti e devastanti per la salute dei batteri “positivi”.

Come ben sappiamo non tutti gli agenti batterici sono dannosi per il nostro organismo e pertanto imbottirci di antibiotici, come spesso consiglia qualche medico, con una leggerezza pari solo alla loro incoscienza. L’operazione spesso equivale a buttare del napalm sulla nostra amata flora batterica, così essenziale per l’attività del tubo digestivo e quindi della peristalsi. Facile intuire come, bastano cure a base di ormoni e antispastici potenti per causare lesioni alla motilità del colon, con tutto quello di negativo che può generare, dalla stipsi all’insorgere di una rettocolite ulcerosa.
Intraprendere un trattamento di fitoterapia significa prendere qualcosa che fa bene e in grado di ristabilizzare il funzionamento della serotonina. E’ proprio questo neurotrasmettitore il responsabile principale di eventuali problemi di defecazione.
La terapia naturale che suggerisco è quella associata all’assunzione di fiori di bach che vanno presi regolarmente e scelti con molta attenzione. Selezionare quelli più indicati, a seconda della propria condizione di salute e della cartella clinica personale, apre la via alla guarigione dalla colite nervosa.

Altra saggia decisione potrebbe essere quella di ridurre le fonti di nervosismo inconscio. E già. Perché se da un lato lo sport aiuta la colite, così come imparare una respirazione corretta aumenta le possibilità di rilassare le pareti intestinali, esistono delle angosce e delle paure invisibili che possiamo far emergere dal nostro animo, soltanto grazie ad uno psicologo. Il contributo che può dare un dottore esperto di ipnosi e psicoterapia è infatti importantissimo quando, nonostante una pressione arteriosa regolare e l’assenza di manifestazioni evidenti vissute come fonti di disagio o agitazione, ci sentiamo ugualmente nervosi e in difficoltà. Uno psicologo potrebbe sottoporci a sedute ipnotiche e aiutarci a liberare da queste angosce per sempre, liberando definitivamente anche il colon dalla responsabilità enorme di sopportare tutto questo carico emotivo. Adesso che sapete cosa prendere per curare lo stress invisibile e quindi porre fine alla sofferenza da colite nervosa, vi auguro la più sincera via della guarigione, attraverso il Personal Intensive Programm.