La stitichezza non è solo un malessere fisico, ma è anche una realtà che investe la vita di ogni giorno, soprattutto dal punto di vista sociale. Infatti, sia che le cause siano di tipo meccanico e strutturale, sia che abbiano origini psicologiche e mentali, essere stitica è sempre imbarazzante e condiziona i rapporti con gli altri.

Identikit della persona stitica
Terminologia medica e terminologia comune
Sintomatologia della stipsi
La stipsi è più frequente nelle donne
Blocco dello stimolo regolare
Imbarazzo e ricerca di un sostegno
Alimentazione e terapie contro la stitichezza
Contrattura della muscolatura addominale
Stitichezza patologica
Abitudini anti-stitichezza

Identikit della persona stitica

Anche se la stipsi può colpire chiunque, generalmente si può riconoscere, sia dal comportamento che dallo stile di vita, chi ne è affetto in modo costante. Volendo tracciare un identikit della persona stitica e quindi un ritratto emotivo di chi è costipato, possiamo dire che si presenta quasi sempre come una persona riservata. Costei spesso ha l’aspetto di chi subisce gli effetti di una vita stressante ed è cosciente che la stitichezza nervosa possa essere anche peggiore di quella patologica. Infine, pur di vincere la sfida contro la stitichezza, sta molto attenta all’alimentazione ed evita gli eccessi.

problemi di stitichezza

Quali situazioni possono provocare la stitichezza nervosa

Quali situazioni possono provocare la stitichezza nervosa dipende anche dallo stile di vita e dalle abitudini quotidiane. Tra le cause più comuni di intestino pigro, ad esempio, c’è da mettere in conto la pessima abitudinedi mangiare in fretta, magari rimanendo concentrati sui propri problemi economici o familiari. In questi casi spesso si arriva anche a reprimere lo stimolo e trattenere le feci.
Ancora peggio se ci si riempie la pancia di snack mentre si è seduti al posto di lavoro. Infatti mangiare in continuazione non aiuta a concludere il ciclo digestivo e può causare problemi di stipsi.
Altre cause di stipsi possono essere gli stati d’ansia, il nervosismo ingiustificato e una vita abitualmente stressante. Infine anche un’emozione forte può determinare uno stato di stitichezza. Imparare come gestire lo stress diventa fondamentale in un’ottica di miglioramento della condizione di “blocco”.

Terminologia medica e terminologia comune

Nel caso della stitichezza la terminologia medica e la terminologia comune in pratica si equivalgono. Infatti questa patologia viene definita comunemente stitichezza o stipsi sia da che ne soffre che dai dottori. C’è da dire che il termine più corretto è stipsi e che i medici spesso parlano di costipazione intestinale, riferendosi proprio alla difficoltà di espellere le feci a causa di un blocco intestinale. Il termine di uso quotidiano invece rimane stitichezza.

C’è da dire che la medicina fa differenza tra cronicità e saltuarietà, monitorando analiticamente i risultati ottenuti in base ai trattamenti effettuati. Poi, almeno per quello che riguarda la stipsi cronica, se essa dipende dalla mobilità o meno del tratto intestinale, può essere definita stipsi cronica idiopatica semplice oppure stipsi cronica idiopatica intrattabile. Nel primo caso il transito delle feci può essere risolto con dei farmaci, mentre nel secondo, per risolvere condizione di mancata evacuazione, bisogna intervenire con un’operazione chirurgica.

Sintomatologia della stipsi

La sintomatologia della stipsi più comune è la difficoltà ad andare di corpo. Ma quando un paziente accusa l’assenza di feci morbide o di muco intestinale, che ha anche il compito di agevolare la defecazione, allora il medico ha tutte le ragioni di rilevare una situazione di stitichezza acuta.

 

Infatti, oltre alla difficoltà ad andare di corpo, possono essere considerati sintomi di intestino pigro anche la ridotta frequenza, la presenza di feci caprine, insieme alla necessità di uno sforzo innaturale e prolungato per rilasciare le feci. Anche la sensazione di non aver evacuato del tutto può essere inserita tra i problemi di stipsi più frequenti e rientra nella sintomatologia della stipsi il dover fare ricorso ad un ammorbidente, come la glicerina in supposte o un clistere anale.

La stipsi è più frequente nelle donne

Secondo le statistiche mediche la stitichezza miete molte più vittime tra le donne. La stipsi infatti è più frequente nelle donne che tra gli uomini, con una percentuale che conta tre appartenenti al gentil sesso contro un solo maschio.
Si può comprendere perché le donne vanno di corpo con maggiori difficoltà e tendono a reprimere lo stimolo attribuendo piuttosto questo fenomeno al loro pudore e alla loro innata emotività. Anche i frequenti cambi di umore, tra l’altro, possono essere considerati corresponsabili dei fenomeni di stipsi cronica. E non potrebbe essere altrimenti, infatti, perché non esistono reali difformità fisiologiche, tra l’apparato digerente di un uomo e quello di una donna, da giustificare un comportamento differente nel transito delle feci.
Quello che invece cambia è l’approccio e la reazione ai problemi quotidiani, che si riverbera immediatamente sul nostro secondo cervello, che è appunto l’intestino, bloccando la defecazione e spingendo a reprimere lo stimolo.

Blocco dello stimolo regolare

Il blocco dello stimolo regolare è una delle concause della stitichezza cronica. Lo stimolo infatti indica l’avvio della funzione espulsiva e, quando manca, crea una situazione di mancato transito delle feci e conseguenti problemi di intestino pigro. Ci sono anche dei momenti legati a particolari situazioni e contesti che spingono ad ignorare lo stimolo. Perché ignorare lo stimolo può essere giustificato da tante ragioni, alcune anche legittime, come la difficoltà a trovare un bagno immediatamente disponibile. Ma spesso lo si fa per la vergogna, quando si è in casa d’altri, di chiedere di poter andare in gabinetto e si preferisce trattenere le feci. In altri casi si ignora lo stimolo perché si ha fretta di assolvere ad un impegno o per terminare un lavoro iniziato.

Però quella di reprimere l’input è sempre una pessima idea che ha come effetto la stitichezza, soprattutto in chi c’è già portato. La cattiva abitudine a trattenere le feci infatti fa correre dei rischi, che potrebbero portare a delle conseguenze anche gravi.
Poi, tra le altre, c’è anche la sfortuna di veder stravolgere le proprie abitudini quando si è in situazioni straordinarie, come una vacanza. Quella di non riuscire a fare la cacca in campeggio, per esempio, è una delle tante situazioni che stravolgono la regolarità delle funzioni vitali. Essa porta a reprimere lo stimolo e trattenere le feci, causando la costipazione intestinale. Si tratta comunque di situazioni difficili, soprattutto per chi già soffre.

Imbarazzo e ricerca di un sostegno

D’altronde il non riuscire a risolvere condizione di mancata evacuazione crea imbarazzo e spinge alla ricerca di un sostegno per riuscire a superare questo momento di difficoltà. Il primo a dover essere informato e al quale chiedere aiuto è certamente il medico di famiglia, anche se quando si parla con un estraneo si è sempre molto restii, non si ammette facilmente di essere stitici e piuttosto si preferisce trattenere le feci.
Poi può essere di grande conforto, per superare l’imbarazzo, l’aiuto dell’amica del cuore. Però non sempre è facile parlare di questi argomenti scabrosi, fosse pure usando termini meno compromettenti come intestino pigro. Nei casi più gravi può succedere di dover ricorrere addirittura all’aiuto di uno psicologo, soprattutto quando la situazione va avanti da parecchio. Ma può succedere anche di negare a se stesse l’evidenza e di capire finalmente di soffrirne, non si sa più dopo quanto tempo.

Alimentazione e terapie contro la stitichezza

Anche nei casi più tenaci ci si può difendere egregiamente grazie all’alimentazione e alle terapie contro la stitichezza. Ovviamente la prima cosa da fare è quella di individuare i cibi responsabili del blocco intestinale. Poi bisogna imparare come si ammorbidiscono le feci. Infine su quali terapie contro la stitichezza è preferibile fare affidamento, scegliendo possibilmente tra quelle meccaniche e i ritrovati naturali.

Cibi responsabili del blocco

Una delle cause più frequenti dei fenomeni di stitichezza è un’errata alimentazione. Alcuni cibi, tra l’altro, sono particolarmente controindicati, quindi è bene che chi soffre di stipsi se ne tenga alla larga. In cima alla lista dei cibi responsabili del blocco intestinale e quindi della stitichezza ci sono gli alimenti ricchi di zuccheri elaborati, come i prodotti di pasticceria, insieme agli alimenti pieni di ingredienti grassi.

Poi c’è il riso bianco che, grazie alla sua grande quantità di amido, è particolarmente astringente e favorisce la costipazione intestinale. Le banane a causa dell’abbondante presenza di tannini, assorbono acqua ed elettroliti e potrebbero favorire un pò di stitichezza, ma d’altro canto contengono moltissime fibre.
La carne non ha fibre e, rimanendo spesso non completamente digerita allinterno dell’intestino, può favorire stipsi.
Infine vanno consumati con parsimonia anche il latte e la cioccolata, vanno evitate le bevande gasate e ridimensionati i salumi, la maionese, le fritture e gli alcolici.

cacca dura e stitichezza

Come si ammorbidiscono le feci

Se vuoi sapere come si ammorbidiscono le feci, allora è bene che tu tenga presente che la differenza tra le e feci caprine e le feci morbide è dovuta proprio alla percentuale di liquidi contenuta nelle seconde. Quindi la prima cosa da fare, quando si soffre di stipsi, è quella di bere acqua il più possibile in modo da idratare l’intestino e, di conseguenza, le feci. Poi ovviamente ci sono altri sistemi terapeutici, che possono essere catalogati nell’ambito delle terapie naturali oppure tra quelle di tipo meccanico. Vediamole.

Le terapie naturali contro la stitichezza

Le terapie naturali contro la stitichezza sono principalmente legate all’alimentazione. Ci sono cibi, infatti, che hanno proprietà astringenti e idrovore e che rallentano o bloccano la normale attività intestinale. Il kiwi possiede eccellenti proprietà lassative grazie alle sue fibre che riescono, contemporaneamente, a ripulire le pareti intestinali dai residui dannosi, ad ammorbidire le feci e a risolvere condizione di mancata evacuazione.

Per quello che riguarda i semi di lino invece è il loro apporto naturale di lubrificante ad agevolare l’attività di defecazione. Infatti da questi semi si estrae un olio alimentare particolarmente indicato per chi soffre di stipsi.
Infine, tra gli altri prodotti naturali consigliati per combattere la stitichezza, ci sono i semi di Chia e i semi di Psillio, le prugne secche, la manna e le fragole, i legumi ed i cereali integrali.

Le terapie meccaniche contro la stitichezza

Se con le terapie con fibre e lassativi non si ottengono i risultati sperati, a questo punto non ti resta che usare le terapie meccaniche contro la stitichezza. Tra queste una delle più frequenti consiste nelle manovre manuali al colon, oppure nella intromissione rettale con un clistere di liquidi ad alta percentuale salina. Ci sono dei pazienti che sostengono che le manovre esterne, fatte con dei massaggi da esperti, hanno ottenuto dei risultati positivi e sbloccato un intestino pigro. È una terapia però che potrebbe funzionare in alcuni soggetti e in altri non avere nessun effetto. Il clistere invece e le manovre manuali al colon sono sempre di sicura efficacia per sbloccare la costipazione intestinale, agevolare il transito delle feci ed evitare problemi di stipsi.

Contrattura della muscolatura addominale

La contrattura della muscolatura addominale può essere causata anche da una patologia del metabolismo, come una gastrite cronica, il colon irritabile o un’intolleranza e può dare origine a fenomeni di stipsi. In questo caso, soprattutto se la stipsi è occasionale, occorre intervenire localmente lasciando rilassare la parte con un riposo di qualche giorno, combinato all’assunzione, se occorre, di un antinfiammatorio o di un farmaco miorilassante. Superato il dolore più intenso si può ricorrere anche a dei rimedi esterni, come una borsa di acqua tiepida oppure dei massaggi, da far fare esclusivamente ad un medico. Se l’origine della contrattura è la stipsi, allora bisogna agire sull’attività gastro-enterica. Vediamo allora come favorire la peristalsi in maniera alimentare e come regolarizzare l’intestino.

Come favorire la peristalsi in maniera alimentare

Come favorire la peristalsi in maniera alimentare senza dover ricorrere ai farmaci è l’obiettivo di alcune diete, finalizzate proprio a sbloccare l’intestino. Alla base di questo tipo di alimentazione c’è sempre la presenza di fibre e liquidi, insieme ad alimenti che ricostituiscano la flora batterica intestinale compromessa dai farmaci. Quindi sono certamente consigliati i minestroni con le verdure, i legumi, la frutta e i cereali integrali.

Tra la frutta devi privilegiare le mele cotte, il kiwi, le prugne, le pere e i fichi. Poi è indispensabile bere molto durante tutto il giorno, perché l’acqua aumenta il volume delle feci e stimola il movimento peristaltico.
Sono da bandire invece i cibi grassi e gli alimenti astringenti come il riso bianco che blocca il transito delle feci. Tra i cereali invece è sempre meglio prendere quelli non raffinati. Ciò perché le scorie, eliminate durante il processo di raffinazione, sono proprio quelle che più aiutano un intestino pigro ad evacuare. Ma, al di là della necessità di favorire la peristalsi in maniera alimentare, è altrettanto importante comprendere come mantenere in ordine l’intestino.

Come regolarizzare l’intestino

Se vuoi sapere come regolarizzare l’intestino, allora tieni presente che non esistono solo i rimedi farmaceutici, ma puoi ricorrere anche ad una dieta adeguata e agli integratori alimentari. La cosa più importante però è che tu ti imponga, facendolo impostare ad uno specialista, un regime di vita che non si limiti al controllo dell’alimentazione ma che comprenda anche una serie di buone abitudini quotidiane. Per quello che riguarda la dieta, ad esempio, deve diventare un’abitudine l’uso di alimenti non astringenti, ricchi di fibre e di acqua. Poi bisogna sostenere la salute del sistema difensivo, ricostituendo la flora batterica con degli integratori e con l’uso costante dello yogurt. E infine bisogna evitare le abbuffate di cibo, cenare presto e leggero e fare quotidianamente 20 minuti di attività fisica. La ginnastica, tra l’altro, si può fare anche in casa, soprattutto se le condizioni atmosferiche non consentono di farla all’aperto.

Stitichezza patologica

Esistono numerose situazioni nelle quali la stitichezza può essere considerata patologica. Le cause più comuni della stitichezza patologica sono legate alle alterazioni anatomiche del colon e del rimanente tratto intestinale. Alcune possono essere congenite, altre invece sono delle malformazioni, che si sono create nel tempo per cause diverse. Vediamone alcune.

Cause di stitichezza patologica

Tra le cause di stitichezza patologica ci sono alcune malformazioni intestinali come il rettocele, che è una dilatazione anormale dell’ampolla rettale, oppure un prolasso rettale.
Il rettocele crea un ristagno delle feci con conseguente blocco, mentre il prolasso del retto causa una defecazione parziale, con l’espulsione di feci di forma filiforme. Può capitare anche di avere un intestino fuori norma come lunghezza, il dolico colon, o come larghezza, il mega colon. Tra le cause di costipazione intestinale ci sono anche le aderenze intestinali, che possono anche essere state causate da un intervento chirurgico.

Poi ci sono anche delle patologie invasive, come il Parkinson e i tumori, che causano una stitichezza da considerare patologica. Poi esistono delle situazioni in cui, al di là del fatto che venga catalogata come patologica o fisiologica, la stitichezza supera i limiti di guardia.

Quando si parla di forte stitichezza?

Certamente, superati i tre giorni di mancata evacuazione, non si può fare a meno di intervenire. Ciò perché in caso di forte stitichezza come questa, se non si agisce tempestivamente, le conseguenze del mancato transito delle feci possono essere abbastanza gravi. La domanda da farsi, in questi casi, non è solo per quanti giorni non si evacua, prima di decretare uno stato di forte stitichezza, ma anche se essa è causata da un problema sconosciuto o non ben identificato. In questo caso non si può fare a meno di allarmarsi.
Un altro buon motivo, per mettersi in stato di allerta, è anche il mancato effetto di un farmaco considerato sbloccante, come il magnesio, che lasci inalterati i problemi di stipsi.

Il magnesio serve davvero?

Se il magnesio serve davvero a sbloccare l’intestino oppure è privo di qualsiasi effetto dipende dalle cause per le quali si è creato il blocco. Se l’ostruzione è dovuta ad un impedimento materiale, come un’aderenza o un carcinoma, il magnesio non può essere una terapia sufficiente a forzare il blocco. Il magnesio, infatti, ha un ottimo effetto sulla stipsi perché è un eccellente regolatore della mobilità intestinale. Viene sistematicamente suggerito nel caso di persone soggette a formazione di fecalomi intestinali, come prevenzione verso ostacoli che potrebbero impedire l’evacuazione.
Tra l’altro, grazie alla sua capacità di regolare gli impulsi muscolari e nervosi, è anche capace di risolvere condizione di mancata evacuazione.

Ci sono diverse forme di magnesio, io vi consiglio il solfato di magnesio, poichè ha la capacità di idratare ed ammorbidire le feci, agevolando di conseguenza l’evacuazione. La posologia da rispettare è di un cucchiaino raso in acqua calda al mattino a digiuno.

Vediamo ora di disegnare un piccolo spaccato, di quello che dovrebbe essere lo stile di vita migliore per chi soffre di intestino pigro, limitandosi ovviamente ad una enumerazione minima di buone abitudini.

disegno water sorridente

Abitudini anti-stitichezza

Tra le buone abitudini che aiutano a guarire dalla stitichezza, la prima da adottare senza indugio è il cambiamento radicale nell’alimentazione. Non si può immaginare di avere una funzionalità intestinale regolare e non scegliere di essere altrettanto regolari nell’alimentarsi. Ovviamente ciascuno ha un’alimentazione differente che dipende dalla sua costituzione, dal suo bagaglio genetico, dal suo bioritmo. Per questa ragione chiedere ad un naturopata di consigliarti al meglio è fondamentale. Ma, una volta stabilita la linea di condotta alimentare da seguire, bisogna essere precise e rigorose.

La sola alimentazione però non basta se non si tolgono anche le cattive abitudini, soprattutto quelle che creano nevrosi. A questo proposito fa molto bene alzarsi un po’ prima al mattino e assolvere alle necessità fisiologiche con calma. Anche non fare tardi la sera aiuta, come aiuta cenare leggero e non troppo tardi.
E infine il piccolo spazio quotidiano dedicato all’attività fisica deve essere considerato sacro e inviolabile, qualsiasi cosa succeda.